La Stampa, 11 dicembre 2015
Napoli-Legia Varsavia, una 24 ore dell’horror finita con 26 arresti e 14 feriti
Poi lo chiamano calcio, ma Napoli-Legia Varsavia diventa il dettaglio marginale d’una giornata in cui si rincorre la cronaca, tra agguati, scontri e un clima da guerriglia urbana importata nella notte tra mercoledì e ieri e sfociata in una 24 ore dell’horror: alla fine, i conti non tornano, perché ci sono 26 arresti (14 napoletani, 7 polacchi, 2 bulgari: accusati di rissa aggravata e resistenza a pubblico ufficiale e per uno di essi di porto abusivo di coltello) e 14 feriti, 11 tra poliziotti e carabinieri mentre tre sono polacchi. A tarda sera le prime condanne: sette polacchi in carcere (tre anni e quattro mesi), cinque napoletani ai domiciliari (due anni e quattro mesi) e due bulgari vengono rimpatriati con restrizione per due anni (ma pena sospesa). Fatti che riportano alla memoria quanto successe due anni fa, 28 novembre 2013, quando a Varsavia prima del match con la Lazio furono fermati 150 italiani.
Voglia di vendetta
Il vento dell’Est è una zaffata di violenza allo stato puro, l’odore acre dei fumogeni che s’avverte già alla mezzanotte di mercoledì, quando alla stazione centrale un gruppo di polacchi aggredisce quattro ragazzi in auto, ne picchia uno e brucia la loro macchina. Poi è un crescendo, con scontri che si propagano intorno a Capodichino e notizie che si inseguono. Era cominciata male (fermati in 50 a Fiumicino, appena atterrati da Varsavia), è continuata peggio con una giornata di tensione arrivata anche al San Paolo.
Mai nessuno a 22 reti
Ma certo c’è anche Napoli-Legia, che diventa un allenamento, con cinque gol (Chalobah, Insigne, Callejon e doppietta di Mertens) a firmare la sesta vittoria (su 6) della squadra di Sarri, unica a punteggio pieno tra Champions ed Europa League (80 squadre). E con il record assoluto di reti (22) in un girone. Ma quel che resta inchiodato nella memoria è il 10 dicembre, il giorno della vergogna, che diviene un bollettino d’insostenibile violenza, registra scontri sparsi qua e là, un arsenale sequestrato ai tifosi polacchi (pietre, razzi, spray al peperoncino e coltelli), quindi la voglia di far male. E quando a sera scatta la «vendetta» napoletana, anche la zona intorno allo stadio diventa infrequentabile, perché in piazzale Tecchio c’è una frangia nutrita di ultrà che vorrebbe farsi giustizia da sola e che viene fermata dalle forze dell’ordine. Finisce pure qui in scontri e in caserma ne vengono portati dieci. Finita, per fortuna.