Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  dicembre 11 Venerdì calendario

La Commissione europea accusa le banche salvate: «Vendevano prodotti non adatti ai clienti» • Procedura d’infrazione contro l’Italia per il riconoscimento dei migranti • Assolto Filippo Penati • Nel 2015 l’Italia spenderà 800 milioni di euro in missioni all’estero • Aumentano le assunzioni a tempo indeterminato


Banche La Commissione europea, accusata dalla Banca d’Italia di aver impedito un salvataggio di Banca Marche, Etruria, CariChieti e CariFerrara senza danni per i risparmiatori, ha criticato la vendita a comuni risparmiatori dei titoli complicati e ad alto rischio ora diventati carta straccia. Il commissario Ue responsabile dei mercati finanziari, il britannico Jonathan Hill: «Le banche in questione stavano vendendo prodotti non adatti per i clienti, che probabilmente non sapevano cosa stessero comprando» (Caizzi, Cds). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del Giorno]

Migranti La Commissione europea apre la procedura d’infrazione contro l’Italia in materia di immigrazione. Scrive: «Dal 20 luglio 2015, quando è entrato in applicazione il regolamento Eurodac, fino alla fine di novembre 2015, i dati relativi agli arrivi irregolari mostrano che 65.050 cittadini di paesi terzi sono giunti via mare e le statistiche dell’Eurodac mostrano che sono state rilevate le impronte digitali di soli 29.176 cittadini di paesi terzi. Considerando anche i dati aggregati dal 1° gennaio al 30 novembre 2015, i dati di Frontex mostrano che l’Italia ha accolto 144.186 arrivi irregolari di cittadini di paesi terzi, ma le statistiche di Eurodac indicano che, nello stesso lasso di tempo, solo 50.822 sono stati sottoposti al rilevamento delle impronte digitali». I vertici del Viminale hanno già contestato le cifre perché in realtà «51.599 stranieri sono stati fotosegnalati per ingresso illegale e 63.080 per la richiesta di asilo». Ma evidentemente la spiegazione non è piaciuta e la Commissione critica anche il modo in cui sono statti spesi i finanziamenti concessi all’Italia. La Commissione ricorda anche di aver «proposto due meccanismi di ricollocazione di emergenza a favore dell’Italia e della Grecia, grazie ai quali sarebbero ricollocati in tutto 39.600 persone». Eppure, nonostante le promesse, sono poco più di 200 i migranti trasferiti in altri Paesi (Sarzanini, Cds).

Penati Filippo Penati non è stato corrotto da Piero Di Caterina e non lo ha favorito con appalti e contratti per ricompensarlo dei soldi che l’imprenditore gli avrebbe “prestato” per oltre dieci anni. Il tribunale di Monza (presidente Giuseppe Airò) manda in frantumi l’inchiesta sul “Sistema Sesto”, assolvendo tutti i dieci imputati, più la società Codelfa, «perché il fatto non sussiste». Assolto Penati, ex presidente della provincia di Milano ed ex braccio destro di Bersani al vertice del Pd. Assolti anche Renato Sarno, l’architetto considerato dall’accusa «l’uomo dei fondi neri» di Penati, che ha trascorso sei mesi in carcere; Bruno Binasco, ex manager di Gavio, che aveva firmato quella che per l’accusa era una finta compravendita che (su ordine di Penati) garantì due milioni di caparra a Di Caterina; Antonino Princiotta, ex segretario della Provincia di Milano; Norberto Moser, manager di Codelfa; Massimo Di Marco, ad di Serravalle; Gianlorenzo De Vincenzi, manager di Serravalle. Come aveva chiesto l’accusa, assolto il capo di gabinetto di Penati, Giordano Vimercati. No anche alla confisca di 14 milioni incassati da Codelfa. Assolti (ma, per la corruzione ad alcuni amministratori locali, solo per prescrizione) gli imprenditori Piero Di Caterina e Giuseppe Pasini, gli accusatori di Penati (Rep).

Missioni Le Forze Armate italiane sono presenti con 25 missioni militari in 18 Paesi. Nel 2015 il costo delle missioni militari all’estero è di circa 800 milioni euro. Nel 2014 è stata di 935 milioni. Dal 2004 ad oggi sono stati spesi 13 miliardi con il picco durante governo Berlusconi: poco più di 1,5 miliardi nel 2010; poco meno di 1,3 miliardi nel 2011. In Iraq ci sono Tornado e 750 militari: per questa presenza nel 2015 si spenderanno 200 milioni di euro. In Libano, con la missione Unifil Onu, l’Italia ha circa 1.100 militari con un impegno finanziario che nel 2015 ammonta a oltre 162 milioni di euro (+7,5 rispetto allo scorso anno). Per l’operazione Eunavfor Med nel Mediterraneo sono presenti la portaerei Cavour, un sommergibile e velivoli a pilotaggio remoto. Quest’anno il Parlamento italiano ha stanziato per questa missione circa 60 milioni di euro per un impegno di oltre mille militari. Altri 65 milioni di euro sono stati destinati per potenziamento aeronavale di sicurezza nel Mediterraneo centrale (+ 81% rispetto al 2014). Nei Balcani siamo presenti in Bosnia Erzegovina e in Macedonia, ma la principale operazione miliare è la Joint Enterprise in Kosovo dove dal 2013 il generale Guglielmo Luigi Miglietta comanda la missione Kfor di cui fanno parte 31 nazioni. I soldati italiani sono 542 per un impegno finanziario di circa 85 milioni. Presenza anche in Somalia , nel Corno d’Africa e nell’Ocean Indiano: nel 2015 spesa di 29 milioni di euro. In Afghanistan per addestramento e consulenza all’esercito locale l’Italia tiene oltre 800 militari e nel 2015 si spenderanno 185 milioni (Lamattina, Sta).

Assunzioni Dati dell’Inps: le assunzioni totali nei primi 10 mesi del 2015 sono state 4.422.821 (+5,4%) e fra queste oltre 1,4 milioni sono state a tempo indeterminato (+29,8%). Se alle assunzioni a tempo indeterminato si aggiungono le trasformazioni di contratti a termine (335.736) e di apprendistato (70.955) i nuovi contratti stabili superano la cifra di 1,8 milioni di unità. Le cessazioni sono state 1,33 milioni. I rapporti di lavoro stabili sono aumentati di 507.691 unità. Maggiore incremento nel Nord Est: +48%; Nord Ovest +38,9%, Centro +36,5% mente Sud (+14,9%) e Isole (+9,4%) viaggiano a una velocità molto minore (Sta).

(a cura di Daria Egidi)