La Stampa, 11 dicembre 2015
Banche, come evitare di farsi fregare
In questi giorni molti risparmiatori si stanno chiedendo se hanno fatto le scelte più sicure per i propri soldi. Ma davvero esistono investimenti privi di rischio?
Per definizione, non esistono investimenti senza rischio. Niente certezze granitiche dunque né sul conto corrente su cui viene versato il nostro stipendio, né sul libretto alle Poste dove teniamo i risparmi, né sui titolo di Stato, tanto per citare alcuni degli strumenti più diffusi tra le famiglie e che hanno un bassissimo grado di rischio. Si tratta, in ognuno di questi casi, di prodotti legati a un secondo soggetto (la banca, le Poste o lo Stato) a cui si affidano i propri soldi e che inglobano comunque e sempre un rischio di credito. Vuol dire che c’è la possibilità che non riescano a ridarci indietro i soldi. Questa incognita può essere alta o bassa. Prima di investire bisogna informarsi, possibilmente da fonti indipendenti, e fare le giuste valutazioni del caso.
Quali sono gli investimenti meno rischiosi?
Muoversi nel labirinto dei termini tecnici della finanza non è semplice e capire quello che davvero c’è nei nostri portafogli di investimento tante volte è un rompicapo. Meglio quindi tenersi su strumenti semplici, di comprensione lineare. Questa è una delle prime regole. «Volendo invece fare una classifica dei prodotti meno a rischio oggi, ai primi posti ci sarebbero i conti correnti fino a 100mila euro, i conti o certificati di deposito e i depositi postali» dice Giuseppe Romano, capo ufficio studi di Consultique, società di consulenza finanziaria indipendente che in questi giorni sta rispondendo ai tanti risparmiatori in allarme per i propri investimenti. «Tra le obbligazioni è meglio guardare a quelle senior – dice Romano -. E poi c’è tutto il sistema del risparmio gestito». Non tutti sanno, infatti, che i fondi di investimento che abbiamo acquistato attraverso la nostra banca, gli Etf e altri strumenti come le gestioni assicurative, sono separati dal nostro istituto e non vengono intaccati. Lo stesso vale anche per il fondo di investimento costituito dalla stessa banca che fallisce o da una sua Sgr.
Quali sono le gradazioni di rischio tra le obbligazioni bancarie? Che differenza c’è tra bond senior e subordinati?
Le obbligazioni senior hanno la precedenza nel rimborso. Vuol dire che i risparmiatori che hanno questo tipo di titolo saranno privilegiati e riavranno prima i loro soldi. Le subordinate, come rivela il nome stesso, in caso di guai finiscono agli ultimi posti dei rimborsi.
Come si fa a sapere se un’obbligazione è senior o subordinata? Dove va cercata questa informazione?
È scritta sul prospetto informativo dell’obbligazione, nelle primissime pagine. Le banche sono obbligate a pubblicare questo dato a pena di nullità del titolo. Il fatto è che molte volte i consulenti di banca non consegnano il tomo del prospetto informativo al cliente. Occorre quindi andarsi a cercare questa indicazione da sé. Non è difficile: i prospetti sono pubblicati anche in Internet.
Tante volte i consulenti allo sportello giurano che le obbligazioni che ci stanno vendendo sono sicurissime. Che si fa in questi casi?
Certo in questi casi diventa difficile riuscire a cavare più certezze. Probabilmente non è all’impiegato di banca che va fatta questa domanda. Meglio verificare in proprio e aspettare a firmare.
La regola d’oro è quella di diversificare i propri investimenti. Perché?
Ripeterlo non è mai abbastanza: occorre distribuire i propri soldi su più strumenti perché, in caso di crac, almeno una parte del capitale sarà salva. Invece l’abitudine di molti italiani, viziati dagli anni d’oro dei Btp, è di continuare a puntare tutto sullo stesso paniere. «Bisogna invece fare tanti gruzzoli da mettere su più strumenti e anche su più banche, scegliendo possibilmente quelle più grandi e di sistema» dice Romano.
Conviene investire nella banca di cui si è correntisti?
È il modo migliore per duplicare il rischio di perdere tutto.
Cosa cambia con il bail-in?
Non ci sarà più la protezione dello Stato sopra i 100 mila euro. Se la banca fallisce, a pagare saranno anche azionisti e obbligazionisti.
C’è il rischio che l’allarme per il «salvataggio» delle quattro banche contagi anche altri istituti?
Molti piccoli risparmiatori in questi giorni stanno cercando di vendere i bond subordinati ma anche qualche senior della banche percepite più a rischio. Lo riferiscono gli operatori di mercato. «Se l’allarme andrà crescendo è da vedere – afferma Romano -. Le banche “salvate” sono quattro, per ora, ma il bubbone potrebbe estendersi anche ad altri istituti, per esempio quegli altri 11 commissariati e inseriti nella lista nera di Banca d’Italia».