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 2015  dicembre 11 Venerdì calendario

Cosa sta facendo Volkswagen dopo lo scandalo

Volkswagen «ha la solidità finanziaria necessaria per non vendere nessun marchio in conseguenza della crisi». Matthias Mueller, numero uno di Wolfsburg, risponde così in conferenza stampa a chi gli chiede se per far fronte ai costi del dieselgate dovrà rinunciare a qualcuno dei gioielli di famiglia: «Abbiamo liquidità e risultati abbastanza forti da non farci pensare nemmeno alla vendita di asset». Questo non significa che lo scandlo non porterà a una riorganizzazione ma certo non a vendite di brand.
Il numero uno di Volkswagen attribuisce lo scandalo delle emissioni truccate «a una catena di errori» compiuti «da un gruppo relativamente piccolo di persone». Gli effetti sono comunque enormi se lo stesso ceo si spinge ad affermare che «rivedremo la nostra strategia per i prossimi dieci anni». Ma quanto costerà lo scandalo? «Non intendo fornire cifre». Certo, non sarà facile uscirne. Soprattutto in Usa dove il manager ammette: «Non escludo, se necessario, di dover fornire un sostituto per la mobilità». In sostanza di dover cambiare l’auto ai clienti Volkswagen con vetture che abbiano la centralina fuori legge. Una soluzione molto costosa: il numero di auto coinvolte negli Stati Uniti è di circa mezzo milione. Il presidente del consiglio di sorveglianza di Vw, Hans Dieter Poetsch aggiunge che «l’origine di tutto è nel 2005 quando si decide di entrare con i motori diesel nel mercato nordamericano». Nonostante la meticolosa ricostruzione dell’accaduto il dirigente della casa tedesca ha detto di non sapere se i vertici del gruppo in questi anni fossero a conoscenza della manipolazioni del software.Volkswagen non è l’unica casa tedesca nel mirino. Ieri la Commissione europea ha deferito alla Corte di giustizia la Germania per aver infanto le norme sui gas refrigeranti nel sistema di aria condizionata di alcuni modelli Mercedes. Tutto nasce dalla decisione del costruttore di continuare ad utilizzare negli impianti di aria condizionata il gas R134a, messo fuorilegge dall’Ue perché inquinante.La Germania è accusata di non aver vigilato sui suoi costruttori consentendo che venissero omologate e immesse sul mercato automobili non a norma.