la Repubblica, 11 dicembre 2015
Bimba adottata da due mamme, il tribunale ha detto sì
Per dodici anni è stata «adeguatamente» amata, curata e cresciuta da due donne, la sua famiglia. E per questo motivo, «nell’interesse superiore del minore al mantenimento della vita familiare», avrà ufficialmente due mamme anche in Italia. Per la prima volta, però, per una ragazzina nata in Spagna da una coppia gay italiana non ci sarà nessuna differenza fra i due genitori: la Corte d’Appello di Milano ha ordinato la trascrizione dell’adozione «piena e legittimante» da parte dell’ex compagna della madre biologica che l’ha vista nascere.La decisione arriva a stretto giro dopo le due sentenze del Tribunale per i minorenni di Roma, che nei mesi scorsi aveva già suscitato clamore riconoscendo l’adozione di due bambine nate grazie alla procreazione assistita da parte delle compagne delle mamme biologiche. In entrambi i casi, i giudici avevano fatto ricorso all’articolo 44 della legge 184 del 1983 che contempla l’adozione in casi particolari. Mai un’adozione piena. «L’unica che crea legami familiari per i bambini non solo con i genitori adottivi, ma anche con i loro parenti, come nonni e zii», spiega Marco Gattuso, giudice di Bologna e direttore di Articolo 29, portale specializzato in studi giuridici sulla famiglia, l’orientamento sessuale e l’identità di genere.Le due donne stavano insieme dal 1999 prima di decidere, sei anni dopo, di ricorrere all’eterologa per creare una famiglia. Hanno convissuto alle Canarie per qualche anno per poi decidere, nel 2009, di sposarsi. Come permesso dalla legge spagnola, la coniuge della madre biologica ha potuto adottare la bambina. Due anni fa, però, il divorzio, sempre in Spagna. E il relativo affidamento congiunto della bambina deciso dai giudici iberici nell’interesse della piccola. Nulla di tutto questo aveva alcun valore per la legge italiana.Da qui, la richiesta della mamma “adottiva” presentata al Tribunale per i minorenni di Milano, in prima battuta respinta, per vedersi riconoscere gli effetti civili dell’ordinanza straniera sull’adozione. Una richiesta accolta in secondo grado, con una sentenza che le associazioni arcobaleno e gli addetti ai lavori in materia di diritti civili definiscono storica. Mentre la destra attacca: «È stata aggirata la legge».«Non è contrario all’ordine pubblico un provvedimento straniero che abbia statuito un rapporto di adozione piena tra una persona non coniugata e il figlio riconosciuto del partner, anche dello stesso sesso», scrive il collegio della sezione Minori e famiglia della Corte d’Appello presieduta da Bianca La Monica. Davanti a tutto, sottolinea il tribunale, c’è «l’interesse superiore del minore al mantenimento della vita familiare».I giudici sottolineano come la bambina, ora dodicenne, abbia vissuto con entrambe fin dalla nascita. Da loro è stata «allevata, curata e mantenuta e ha costruito stabili e forti relazioni affettive». Con il divorzio i diverbi e le incomprensioni non sono mancate. Ma con le stesse dinamiche che contraddistinguono le coppie di genitori che si lasciano. La sentenza di divorzio spagnola, come del resto quella di matrimonio, non viene riconosciuta. Ora però la piccola, anche in Italia, ha a tutti gli effetti due mamme riconosciute dallo Stato.