la Repubblica, 11 dicembre 2015
Muhammad Ali se la prende con Donald Trump
Il ciclone Donald Trump continua ad agitare l’America, e anche altri paesi. Scende in campo una gloria dello sport e un’icona politica, l’ex pugile Muhammad Ali, per condannare la proposta del candidato repubblicano di chiudere le frontiere ai musulmani. Trump è costretto a cancellare un viaggio in Israele dopo che il governo Netanyahu lo ha criticato duramente. E si fa strada l’idea di vietare a lui l’ingresso in un paese occidentale, lanciata dal sindaco di Londra in rappresaglia per la descrizione poco lusinghiera fatta da Trump sulla capitale inglese dove interi «quartieri musulmani» sarebbero «troppo pericolosi».Il ritorno di Muhammad Ali sulla scena pubblica è un evento raro. Lo si ricorda dopo l’11 settembre, quando l’ex pugile condannò i terroristi di Al Qaeda che attaccarono l’America in nome dell’Islam. Ora Ali, anziano e malato, fa sentire la sua voce in difesa della comunità musulmana. La dichiarazione del campione sportivo è stata letta alla tv Nbc, indirizzata «a quei candidati presidenziali che propongono di vietare l’immigrazione musulmana negli Stati Uniti». Il testo è breve: «Noi musulmani – dice Ali – dobbiamo opporci a chiunque usi l’Islam per fini politici di parte». C’è anche un attacco rivolto ai jihadisti, a chi predica la violenza e così facendo «impedisce a molti di apprendere cos’è l’Islam». La presa di posizione di Muhammad Ali si unisce ad un coro di sportivi musulmani, chiamati in causa in questi giorni. Barack Obama, per sottolineare l’importanza della comunità islamica e il suo contributo alla società americana, aveva ricordato fra l’altro i tanti campioni di sport che ne fanno parte. Trump aveva obiettato anche su questo. Donde i pronunciamenti a catena contro il candidato della destra, con star come il cestista Kareem Abdul-Jabbar che accusa Trump di «fare il gioco dell’Is». Nessuno però ha la fama e il prestigio di Muhammad Ali, la cui conversione all’Islam fu un caso politico nell’America degli anni Sessanta, durante la guerra del Vietnam. Era all’apice della sua gloria, aveva appena conquistato il suo primo titolo di campione dei pesi massimi, quando si cambiò il nome da Cassius Clay e aderì all’Islam. Rifiutò di fare il servizio militare in Vietnam. Gli tolsero il titolo e lo condannarono a cinque anni di carcere. Solo nel 1971 la Corte suprema riconobbe il suo diritto all’obiezione di coscienza. Ali come Malcom X è un simbolo dell’attrazione che l’Islam ha saputo esercitare su un pezzo di gioventù afroamericana in rivolta.I guai di Trump si estendono all’estero. Il candidato di destra doveva recarsi a Gerusalemme il 28 dicembre per un incontro con il premier Benjamin Netanyahu: Viaggio cancellato, le parole di Trump contro i musulmani sono intollerabili anche per Netanyahu. In America intanto le reazioni a quelle parole rivelano una polarizzazione estrema. Un sondaggio Bloomberg indica che fra i repubblicani «che probabilmente andranno a votare alle primarie» l’idea di chiudere le frontiere agli islamici raccoglie un consenso enorme: i due terzi degli intervistati. Ma nell’elettorato generale la percentuale si rovescia: i due terzi sono preoccupati dalla possibilità che Donald Trump possa vincere.