Corriere della Sera, 11 dicembre 2015
Le quattro banche, i risparmiatori e il piano del governo: domande e risposte per capirne di più
1 Quando arriverà la proposta del governo per compensare chi ha perso il capitale nelle quattro banche salvate? Che tipo di soluzione si profila?
L’attesa terminerà tra oggi e domani. Il premier Matteo Renzi ha parlato di un «ristoro» per i possessori di obbligazioni subordinate dei quattro istituti. Nessuno, invece, ha mai parlato di risarcimenti ai possessori di azioni, anch’esse cancellate. Il presupposto è che gli obbligazionisti possano essere stati indotti dagli intermediari, qualche volta dalle stesse banche, ad acquistare inconsapevolmente dei prodotti finanziari, come le obbligazioni subordinate, con un rendimento e un rischio elevato, comunque non adatte alla clientela al dettaglio. Molto più difficile, se non impossibile, dimostrare il dolo degli intermediari per l’acquisto delle azioni.
2 Quindi, alla base di tutto, ci deve essere stato un raggiro? Chi dovrà dimostrarlo?
La soluzione non è definita, ma pare di capire che la condizione per ottenere un qualche rimborso sia proprio quella. Anche l’Unione Europea ammette che le banche italiane vendevano prodotti «inadatti» a certi risparmiatori. Il governo potrebbe seguire la procedura della Spagna, che dopo il fallimento delle grandi banche, nel 2012, istituì dei tribunali arbitrali, assistiti da esperti indipendenti, che hanno valutato caso per caso i ricorsi degli obbligazionisti, riconoscendo i rimborsi a quelli che non erano stati informati, o informati male, dei rischi che correvano. Ai clienti «truffati» dalla banca sono stati restituiti tutti i soldi. L’Arbitro spagnolo, finora, ha concesso circa 4 miliardi di risarcimenti, sui 7 che erano stati richiesti dai risparmiatori.
3 Come si potrà dimostrare il dolo degli intermediari?
Sarà sempre difficile. Quando sottoscrivono questi contratti i clienti firmano in genere dei moduli, i cosiddetti Mifid I o II, che di fatto sono un consenso informato all’operazione. Ciò non esclude possibili altre infrazioni degli intermediari.
4 L’attuale arbitro bancario può essere sollecitato? È utile rivolgersi alle associazioni dei consumatori, e promuovere azioni giudiziarie?
L’arbitro non si occupa delle controversie sui servizi di investimento. Potrebbe essere attivato l’organismo di conciliazione della Consob, che di fatto non è mai decollato. Può essere utile consultare le associazioni dei con-sumatori per aggiornarsi sulle loro iniziative. Quasi tutte, però, chiedono di iscriversi. L’azio-ne giudiziaria è possibile, ma ha tempi lunghi.
5 Esistono altre possibili soluzioni, oltre all’arbitrato?
L’idea di creare un Fondo di solidarietà, finanziato in parte o in tutto dalle banche sane, non è caduta, ma è difficile da praticare. Se il Fondo rimborsasse direttamente gli obbligazionisti, anche parzialmente, si violerebbe la direttiva Ue sui salvataggi delle banche, che in caso di «risoluzione», come avvenuto in Italia, prevede il «sacrificio» del capitale azionario e dei bond subordinati.