La Gazzetta dello Sport, 11 dicembre 2015
Delle banche non ci si deve fidare, specialmente quando ti vendono obbligazioni loro: il rischio è di perdere tutto, come è capitato ai 130 mila sfortunati e/o inconsapevoli che si erano affidati alla Cassa di Risparmio di Chieti, alla Cassa di Risparmio di Ferrara, alla Cassa di Risparmio delle Marche e a Banca Etruria, e che adesso gridano per le tasche rimaste vuote
Delle banche non ci si deve fidare, specialmente quando ti vendono obbligazioni loro: il rischio è di perdere tutto, come è capitato ai 130 mila sfortunati e/o inconsapevoli che si erano affidati alla Cassa di Risparmio di Chieti, alla Cassa di Risparmio di Ferrara, alla Cassa di Risparmio delle Marche e a Banca Etruria, e che adesso gridano per le tasche rimaste vuote. Uno di loro, il signor Luigino D’Angelo, di Civitavecchia, dopo una settimana di tormenti, constatato che i 110 mila euro della sua liquidazione, trasformati in obbligazioni subordinate di Banca Etruria, erano andati in fumo, s’è impiccato al balconcino di casa, lasciando un biglietto piuttosto esplicito sulle ragioni del suo gesto. La magistratura ha aperto un fascicolo, ma incriminare per questo un direttore di banca mi par dura. Bisogna dimostrare che allo sportello sono stati venduti fischi per fiaschi, che insomma il povero pensionato, e gli altri con lui, sono stati truffati.
• Io sapevo che lo Stato garantisce tutti i depositi fino a centomila euro.
Non è questo. Luigino D’Angelo e gli altri non avevano messo i loro soldi in un conto corrente, ma avevano comprato queste obbligazioni dette “subordinate”. I soldi semplicemente depositati non rendono niente, anzi ormai a tenerli fermi ci si rimette. Dunque è pacifico che alcuni tentino di investire in qualche titolo che riconosca qualcosa... È chiaro che più alto è l’interesse riconosciuto a chi compra questi pezzi di carta, più alto è il rischio che si corre.
• Che cosa sono le obbligazioni subordinate?
Le obbligazioni, o bond, sono le strumento finanziario con cui un’azienda chiede soldi in prestito ai cittadini invece che alle banche. Che succede, però, quando è la stessa banca che ha bisogno di soldi? Emette delle obbligazioni sue e le vende ai suoi stessi clienti. Queste sono le “obbligazioni subordinate”. È una via facile, specie se si sta in provincia e si agisce su clienti che mettono piede in quella particolare filiale da una vita. Il direttore, come se niente fosse, ti prende sotto braccio, ti porta al bar, ti paga il caffè, ti riempie la testa di chiacchiere, pronuncia parecchie volte il superlativo «sicurissime», il cliente, poveraccio, ha fatto tutt’altro nella vita, che ne sa?, mettere qualcosa in banca è proverbiale espressione di sicurezza. Cede alla lusinga e si mette nelle mani del sistema. Se gli va male, pagherà la propria ignoranza. Sull’altro lato, è necessario dire che le direzioni centrali fanno pressioni fortissime sui loro direttori, e strutture finanziarie relative, perché raccolgano fondi vendendo carta subordinata. Arrivano anche delle larvate minacce se i clienti si sono fatti prestare soldi dalla banca. Certe banche sono capaci di metterti sotto pressione e spaventarti. Nei contratti che hanno sottoscritto è in genere stabilito che la banca può richiedere la restituzione dei soldi in qualunque momento.
• Come ci si può difendere?
Bisogna fare due domande: se voglio rivendervi queste obbligazioni le ricomprate? E, seconda domanda: a che prezzo le ricomprate? Se quelli rispondono: come si fa a sapere il prezzo adesso?, bisogna sganciare la bomba: la quotazione del vostro titolo non è stampata ogni giorno sul Sole 24 Ore? La risposta, 99 volte su 100, è no. E se è no, è meglio lasciar perdere. Quando s’è presa i soldi, la banca fa un sacco di storie per restituirli.
• Che succederà adesso ai poveracci che sono rimasti vittime di quei quasi-fallimenti?
Non c’è praticamente niente da fare - a parte il ricorso in tribunale - perché l’Unione europea considererebbe qualunque intervento del governo aiuto di stato. La Banca d’Italia ha infatti accusato Bruxelles di aver disposto un meccanismo di regole che le ha impedito di soccorrere i piccoli investitori. Bruxelles proprio ieri ha risposto: «Le quattro banche hanno venduto prodotti inappropriati a persone che forse non sapevano cosa compravano». Il governo è stato costretto a salvare le banche seguendo le regole dettate dall’Europa.
• Sarebbero?
Per evitare il fallimento di una banca, che significherebbe far perdere tutti - correntisti, azionisti, obbligazinisti -, si procede prima di tutto all’azzeramento del valore delle azioni, cioè i padroni delle banche perdono l’intero loro valore (nel caso dei quattro istituti si tratta di 2 miliardi di euro). Tocca quindi a quelli che hanno comprato azioni subordinate: anche qui, svalutazione a zero e cancellazione del credito. Nel nostro caso: 788 milioni. C’è poi la svalutazione del credito in sofferenza per più dell’80% e infine si colpiscono i correntisti, nella parte eccedente i centomila euro. Queste regole, già applicate alle nostre quattro banche per ordine della Ue, diventeranno legge l’anno prossimo. Converrà, prima di aprire un conto corrente, informarsi su bilanci e stato patrimoniale dell’istituto.