Il Messaggero, 9 dicembre 2015
Gli americani si comprano la Riello
Un altro marchio del made in Italy espatria. La maggioranza di Riello, storica fabbrica veronese di caldaie, passa agli americani di United Technologies Corporation (Utc), multinazionale da 65 miliardi di dollari di fatturato e una capitalizzazione a New York ieri pari a 82,2 miliardi di dollari. Oggi, secondo quanto risulta al Messaggero, dovrebbe avvenire la firma fra Ettore Riello, anche per conto delle sorelle Lucia e Roberta, titolari del 100% del gruppo e i plenipotenziari della conglomerata basata nel Connecticut, per il trasferimento del 70% del capitale. Alla famiglia scaligera resta il 30% con un’opzione put (vendita) a medio termine. Al contratto hanno lavorato Carlo Pavesi (studio D’Urso, Gatti, Pavesi, Bianchi) per i venditori, Giovanni Pedersoli (studio Linklaters) per Utc, studio Dla Piper per le banche.
L’accordo è subordinato alle autorizzazioni Antitrust e al via libera delle banche creditrici per circa 430 milioni (la somma varia a seconda del circolante) al piano di ristrutturazione. La lista dei principali creditori è guidata da Unicredit con 100 milioni, seguito da Bpm (63), Banco Popolare (58), Intesa Sanpaolo (46), Veneto Banca (35), Bnp Paribas (23). All’ottenimento delle autorizzazioni delle Autorità italiana, europea, americana, Riello farà un aumento di capitale dell’ordine di 390 milioni per rimborsare i debiti con contestuale stralcio da parte degli istituti di 40 milioni da portare a perdita. Sulle modalità di riparto dello stralcio, fra gli istituti non ci sarebbe ancora condivisione. Bnp Paribas, infatti, che ha un’esposizione tutta a mediolungo termine, spinge affinchè le rinunce vengano fatte sul totale dei crediti mentre gli altri istituti con linee a breve e mediolungo, vogliono un dosaggio tra le varie forme tecniche.
Il closing sarebbe previsto tra fine febbraio e i primi di marzo quando dovrebbero avverarsi le condizioni sospensive e si darà esecuzione agli accordi. Con il rimborso dei crediti, le banche guidate da Unicredit dovrebbero liberare la garanzia del pegno sulle azioni della Riello. Il pegno fu concesso del 2006 dai fratelli Riello a fronte del finanziamento da 460 milioni erogato per acquisire dal fondo Carlyle il 49% ceduto nel 2000 in occasione dell’uscita di Pilade.
Alla firma dell’accordo si arriva con molti mesi di ritardo a causa del protrarsi della due diligence da parte della conglomerata americana attiva con varie divisioni. Utc l’ha spuntata grazie alla sua offerta più vantaggiosa per i creditori rispetto all’altra di Bdr Thermea, un gruppo olandesi con radici anglo-francesi disposto ad acquistare l’80-90% chiedendo alle banche uno stralcio di circa 100 milioni.