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 2015  dicembre 09 Mercoledì calendario

I guai delle amministrazioni guidate dai Cinque Stelle

Che fatica governare. Mentre Casaleggio risponde per le rime al «suo» sindaco Pizzarotti che gli chiede di celebrare un congresso («Il Movimento sono i cittadini. Dobbiamo parlare con loro e convincerli che sono loro a cambiare la società. Questa è sempre stata la nostra impostazione»), nel pugno di comuni amministrati dai Cinquestelle la fasce tricolori elette dal M5S si scontrano con bilanci da far quadrare e principi da far passare. Con qualche contraddizione interna.
Non c’è solo Livorno, dove la vicenda legata alla raccolta dei rifiuti ha assestato un brutto colpo d’immagine alla campagna del «M5S di governo» iniziata con il raduno di Imola. Il metodo del Movimento applicato alla macchina comunale non sempre attecchisce al primo colpo. Abbiamo preso a esempio i comuni di Quarto, Civitavecchia e Ragusa per raccontare la difficoltà di amministrare a Cinquestelle.
Civitavecchia
Antonio Cozzolino è sindaco da un anno e mezzo. Eletto con la promessa di non percepire un euro dall’Enel, per la centrale presente sul territorio comunale cui i Cinquestelle si oppongono, quest’anno si è ritrovato a dover fare i salti mortali per chiudere un bilancio sul quale grava il rischio del disavanzo tecnico. «L’aspettativa dei cittadini verso chi amministra – spiega lui – non è normale, questo lo dobbiamo ai 25 anni di amministrazione precedente. Per la gente è normale chiedere lavoro, casa».
Quando si finisce a parlare di conti Cozzolino è anche più scoraggiato: «Il nostro è un bilancio che è stato drogato per anni dalle entrate straordinarie da parte di Enel. La politica ha pensato bene di usare quei soldi per aumentare la spesa e non per fare nuovi investimenti. Quest’anno ce l’abbiamo fatta e il bilancio l’abbiamo chiuso grazie alla costituzione di un fondo immobiliare sul quale la gara scade il 21 dicembre. Li sapremo se riusciamo a chiudere il consuntivo». E se non ci riuscirete? «Se ci saranno problemi col fondo immobiliare allora andremo in disavanzo tecnico. Un “rosso” che potremo spalmare in tre anni».
Quarto
Rosa Capuozzo ha vinto il ballottaggio a giugno di quest’anno, diventando prima cittadina della sua Quarto dopo il suicidio del centrodestra egemone. Pochi mesi dopo la sua elezione l’opposizione l’ha attaccata accusandola di essere proprietaria di un immobile parzialmente abusivo e di aver affidato alla tipografia di suo marito la stampa di alcuni volantini per il comune.
«Mi fanno opposizione solo su cose inesistenti – si difende lei – hanno scavato per cercare di trovare qualcosa». Nella cittadina Flegrea l’impatto dell’amministrazione Cinquestelle ha smosso le acque, causando anche qualche disagio. Nella fretta di mettere in moto i cantieri per terminare tutte le opere finanziate dai bandi europei in scadenza, la viabilità ne ha risentito.
«Le persone hanno ragione a lamentarsi. Ma se non chiudiamo i cantieri poi dobbiamo pagare le ditte senza i fondi europei. Stiamo chiudendo lavori con fondi europei che dovevano essere chiusi entro il 2013», si difende lei, annunciando un piano di messa in sicurezza del territorio che negli ultimi mesi ha già subito due gravi allagamenti.
Ragusa
Prima aveva abolito la Tasi nel suo comune, festeggiato da Grillo e Casaleggio come un eroe. Poi è stato costretto a reintrodurla. «Colpa dei tagli del Governo – spiega Federico Piccitto, sindaco di Ragusa – lo abbiamo fatto per colmare la mancanza di trasferimenti. Se il governo eliminerà la tassa dando ai comuni il corrispettivo non lo sappiamo, per ora abbiamo dovuto riportare in alto l’aliquota, ma l’abbiamo fatto con una certa modularità».
C’è poi la questione delle trivellazioni. Dal comune di Ragusa è arrivata l’autorizzazione alla richiesta di impiantare tre nuovi punti di ricerca di petrolio. «Sugli iter amministrativi già esistenti possiamo fare molto poco – si difende lui ricordando che la scelta l’aveva fatta l’amministrazione precedente alla sua – il nostro atto politico è di vietare la ricerca nelle aree a verde agricolo».
C’è poi la grana legata all’assessore alla Cultura Stefania Campo che si è dovuta dimettere dopo le polemiche scaturite dall’assunzione del marito in una società, in convenzione con il Comune, che si occupa della lettura dei contatori idrici. «L’ha favorito», ha attaccato l’opposizione. Lei si è difesa: «Era prevista la riassunzione per chi già lavorava per la lettura dei contatori».
Poco da fare. Nonostante la difesa degli attivisti locali, alla fine ha rimesso il mandato. «L’ha fatto per il bene del Movimento», spiega Piccitto.