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 2015  dicembre 09 Mercoledì calendario

Alla Scala il regista Leiser insulta il Maestro Chailly

Dopo il successo della Giovanna d’Arco, gli undici minuti di applausi, la musica che ha trionfato sulla paura, Riccardo Chailly non si è fatto vedere da nessuno. Inspiegabilmente è rimasto chiuso nel suo camerino. Non si è concesso alle telecamere e ai giornalisti che lo aspettavano per avere le prime battute a caldo dopo lo spettacolo. Non lo si è visto neppure alla cena di Scala e Comune nell’elegante sede della Società del Giardino, a cui c’erano invece il premier Matteo Renzi con la moglie Agnese, il sovrintendente Alexander Pereira, tutti gli artisti e gli ospiti istituzionali. Erano in molti a chiedersi il motivo dell’assenza. Lo aveva già annunciato nei giorni precedenti, sostiene la Scala. Lo stesso Pereira aveva cercato in tutti i modi di convincerlo, ma senza ottenere alcun risultato. Niente da fare: il maestro non ama le occasioni mondane e alle cene del dopo Prima non sarà facile vederlo. Ma poi ecco che si diffonde una voce, che man mano diventa sempre più realtà: è stato attaccato da Moshe Leiser, che ha firmato la regia con Patrice Caurier. Chi ieri sera era in retropalcoscenico in attesa della festa per le maestranze (ed erano in tanti) racconta di un pesantissimo insulto che Leiser ha rivolto a Chailly mentre il direttore d’orchestra si preparava a parlare ai microfoni di Rai Radio 3, che stava trasmettendo la diretta dell’opera, interviste finali incluse. Per avere certezza che l’episodio non è solo frutto di malignità, basta andare sulla diretta streaming del backstage che la Scala ha realizzato lunedì (fino a ieri ancora disponibile sul sito del teatro e su Youtube). Al punto 3 ore, 45 minuti e una ventina di secondi, si sente chiara e forte la voce del regista belga: «Congratulations Maestro, really congratulations». Pausa di qualche secondo. Ed ecco lo sfogo «Asshole». Poi, non contento, ripete in italiano: «str... di m...». Chi era presente racconta che Chailly è rimasto impietrito, ha girato i tacchi e se ne è andato. Se si sia trattato di una reazione momentanea o della goccia che ha fatto traboccare il vaso dopo settimane di dissapori tra il direttore e la coppia non è dato saperlo. Il giorno dopo il successo “aggressore” e vittima non hanno rilasciato alcun commento. Secondo alcuni è possibile che il regista si sia seccato perché Chailly ha ignorato i suoi complimenti, e questo spiegherebbe la pausa di qualche secondo prima di sbottare nell’ingiuria. Secondo altri, nei giorni precedenti al debutto tra il direttore e la coppia si sarebbe verificato un crescendo di tensioni dovuto a divergenze sulla visione dell’opera: Chailly avrebbe chiesto all’ultimo momento dei cambiamenti sulla posizione dei cantanti e del coro, intervenendo anche per smorzare alcune scene un po’ troppo esplicite, come quella dei diavoli che tentano la Pulzella. Attimi di nervosismo che in teatro sono all’ordine del giorno, basta ricordare le discussioni tra Dmitri Tcherniakov e Daniele Gatti nella Traviata di due anni fa, e le parole grosse rivolte da Daniel Barenboim a Robert Carsen (in lacrime) prima del Don Giovanni. In quei casi, però, il dissidio si era ricomposto e dopo la Prima direttore e regista erano usciti assieme in proscenio come a sottolineare: questo è il lavoro che abbiamo fatto assieme, giudicatelo come volete, noi ci abbiamo creduto. Alleanza che stavolta non c’è stata. Del resto Chailly, nell’intervista a Natalia Aspesi su Repubblica, aveva fatto capire di non sposare totalmente l’interpretazione di Leiser- Caurier: «Ognuno è responsabile del proprio lavoro» aveva detto.