Corriere della Sera, 9 dicembre 2015
Calcio, tv e maternità. Anche Ilary Blasi dà l’addio alle Iene
Alla fine, mezzanotte era passata da più di mezz’ora, ai saluti di Ilary si sono aggiunti quelli di Teo Mammucari e del Trio Medusa. Ilary Blasi, dopo otto anni di onorato servizio, ha detto addio alle Iene essendo in attesa del terzo figlio. Ma l’impressione che il congedo riguardi anche gli altri e che il legame fra conduzione in studio e servizi vada ripensato in maniera radicale (Italia1, lunedì, 21.15).
Ma oggi lo spazio è tutto per Ilary, giunta intanto al sesto mese di gravidanza (fine battuta di Teo: «Ha unito l’utero con il dilettevole»). Ha scelto di ritirarsi dalla conduzione de «Le Iene», proprio come aveva fatto giorni fa Ilaria D’Amico, per impegni più rilevanti: «Ho deciso di prendermi una pausa per dedicarmi alla cosa più importanti della mia vita». Calcio e tv fanno bene alla maternità (anche Simona Ventura era apparsa alle «Iene» in dolce attesa).
Ilary nasce come «letterina» di Gerry Scotti nel quiz «Passaparola» (c’era anche Silvia Toffanin), continua con Fabio Fazio, affianca Giorgio Panariello nel Festival di Sanremo del 2006 e, l’anno dopo, approda infine alla Iene con Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu (se non ricordo male, i due avevano fatto fuori Cristina Chiabotto). Nel corso delle varie stagioni (300 puntate), ad Ilary sono stati affiancati conduttori come Fabio De Luigi, Luca Argentero, Enrico Brignano, Alessandro Gassmann, Pippo Baudo, Claudio Amendola. Sembra facile condurre «Le Iene», ma non lo è. Oltre a funzioni strutturali (con l’aggiunta dello studio, formalmente il programma diventa un varietà), la conduzione deve in qualche modo stemperare il feroce moralismo della trasmissione: il ditino alzato di Giulio Goria, di Nadia Toffa, di Luigi Pelazza, di Mauro Casciari… Bisogna prendersi in giro, bisogna alleggerire (a costo di penosi balletti e gag imbarazzanti), bisogna fare in modo che «Le Iene» non sembri un programma giornalistico. Ma chi veste la Pupona, una che le vuole male?