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 2015  dicembre 09 Mercoledì calendario

Il commento alla Champions di Mario Sconcerti

Juve un po’ casuale, molto a tratti, sostanzialmente meglio il cuore del Siviglia a parte una straordinaria traversa di Dybala. Però non quella personalità che ancora resta alla squadra in Italia, le partite che vanno dove lei comanda, il territorio quasi mai perso a caso. La sconfitta non è determinante ma importante sì. La Juve passa al 2° posto, dietro un avversario battuto due volte. Ora si sta al sorteggio come le foglie sugli alberi d’autunno. Non bene. C’è sempre in Europa qualcosa da ricominciare. Ma forse anche in Italia. Con Pogba che si accende a tratti, l’unico diverso resta Dybala. Gli altri sono come gli avversari, di una forte normalità. Resta l’idea di una squadra che sa tenere complessivamente il risultato, ma dipende ancora dalle eccezioni degli avversari. Llorente ha fatto un gol che a Dybala è stato negato. Ma di più non c’è stato, il Siviglia ha giocato meglio. Più importante a suo modo la partita della Roma stasera. Il Bate Borisov ha subito sette reti in due trasferte di Champions, ha fatto punti solo in casa. Solo una Roma eccitata dal suo bisogno di crisi può pensare di non vincere, ma questo è il limite di Garcia, trasformare i piccoli ostacoli in barriere. A forza di ritoccare una squadra già forte, Garcia e la Roma sono riusciti a compiere sempre passi indietro. Hanno acquistato solo attaccanti (Salah, Dzeko, Iago Falque, Iturbe) finanziandosi con la cessione di difensori (Benatia, Marquinhos, Romagnoli). Salvo poi scoprire che mancano soprattutto i secondi. Una bellissima squadra che non riesce ad avere un’anima stabile fino a trasformare in spareggio una partita a senso unico. Non si può perdere con il Bate Borisov, non c’è nessun presupposto tecnico. Il peccato è aver fatto diventare la partita un’occasione quasi drammatica. La Roma ha molto talento vero che alla fine diventa lezioso. Poche volte esiste un ingresso forte in squadra, quasi sempre solo capricci. Sabatini è almeno onesto nell’attaccare se stesso, ma a che servono nel calcio le confessioni se non ad allargare il peccato? La Roma si prenda stasera la sua responsabilità e vinca una partita che può milla volte vincere. Senza narcisismi, solo per la normalità del calcio.