La Stampa, 8 dicembre 2015
L’avanzata dei partiti anti-immigrazione e anti-Europa nei paesi nordici
La destra anti-immigrazione e anti-europa ha già fatto le sue prove generale nei Paesi nordici. Il risultato più clamoroso è stato raggiunto lo scorso giugno in Danimarca dal nazionalista Partito del popolo (Dansk Folkeparti, Df), di Kristian Thulesen-Dahl. Alle elezioni parlamentari ha ottenuto oltre il 21% dei voti che gli hanno permesso conquistare 37 seggi su 179. Il Df è rimasto fuori dal governo del conservatore Lars Lokke Rasmussen, che però è stato costretto a formare un esecutivo di minoranza.
Un governo debole a causa della crescita dei movimenti estremisti è anche il risultato delle elezioni del settembre 2014 in Svezia. Qui è stata la sinistra a tornare la potere. Kjell Stefan Lofven, leader dei Socialdemocratici, è diventato primo ministro di un governo di minoranza. Ma la vera sorpresa è stato partito xenofobo Sverigedemokraterna, Democratici svedesi, con il suo 13 per cento e 49 seggi.
I populisti scandinavi si ispirano alla Le Pen ma ancor più all’olandese Geert Wilders, leader del Partito per la libertà (Partij voor de Vrijheid, Pvv). Wilders è apertamente anti-islamico e ha ottenuto alle ultime legislative, nel 2012, il 10% dei voti.