la Repubblica, 8 dicembre 2015
La Costituzione dell’Isis
Redatto per gli “amministratori” del futuro Stato Islamico qualche mese dopo che il suo leader Abu Al Baghdadi proclamò la nascita del “Califfato”, il dossier spiega dettagliatamente come organizzare ministeri e burocrazia nel campo dell’istruzione, delle risorse naturali, dell’industria, della politica estera, delle pubbliche relazioni e delle forze armate. Datato tra luglio e ottobre dello scorso anno, analizza la creazione di campi di addestramento per truppe regolari (inclusi campi per bambini: la prova che l’Is vuole armare e utilizzare anche loro) e veterani (questi ultimi da richiamare ogni anno per un periodo di un paio di settimane in modo da non perdere dimestichezza con le armi).
Il testo descrive come l’Is dovrà avere un’identità culturale in grado di accogliere «sia i nativi che gli stranieri», riferimento alle migliaia di occidentali di fede musulmana che si sono arruolati nelle sue file. E parla diffusamente della necessità di avere un’economia in grado di rispondere al fabbisogno nazionale.
Nella traduzione fornita dal sito del Guardian (il documento è lungo 21 pagine), l’addestramento militare è suddiviso «in tre tipi di campi: campi preparatori, campi di continuazione (appunto per i veterani, ndr) e campi per bambini». Questi ultimi prevedono lezioni di sharia, cioè di indottrinamento, «con sessioni speciali sulla società islamica e le sue maniere», ma anche di training per «armi leggere e come usarle». Altri capitoli contengono istruzioni su come insegnare l’arabo e il Corano, sugli insegnamenti per i «soldati della guerra santa» in battaglia e su quello che li aspetta nella futura società civile quando la guerra sarà finita, dallo «sfruttamento delle risorse naturali, inclusi gas e petrolio» al mantenimento del «personale e degli specialisti che li controllavano in precedenza», sia pure sotto stretta sorveglianza delle nuove autorità islamiche. C’è perfino il progetto di dare maggiore potere alle autorità locali, per ridurre le spese «eccessive»; e di avviare relazioni commerciali con l’estero «senza intermediari», che porterebbero via una fetta della torta.
Soltanto chi aderisce strettamente ai principi del Califfato può investire nel petrolio e in altre industrie essenziali. Lo scopo a lungo termine, conclude il documento, è rappresentare tutto l’-Islam sunnita, mettendo fine a secoli di colonizzazione occidentale e prevaricazioni di sciiti, curdi, alawiti e altre sette o minoranze.
«Se è materiale autentico», commenta l’ex generale McChrystal, «dovrebbe essere letto da tutti, in particolare dai governanti dell’Occidente. Se l’Occidente vede l’Is soltanto come una banda di assassini psicopatici, rischia di sottovalutarli clamorosamente». L’ex-capo delle forze speciali Usa lo paragona ai manuali «di Mao o dei Vietcong», di gruppi per i quali, come per l’Is, «le azioni ad alto profilo erano solo la punta dell’iceberg».