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 2015  dicembre 08 Martedì calendario

Storia della Porta Santa in San Pietro

GROSSETO. L’ultima volta che la Porta Santa per un Giubileo Universale è stata aperta era il 2010, con Papa Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla: martedì 8 dicembre 2015, con diretta Raiuno dalle 9.30, sarà Papa Francesco, con il Giubileo straordinario della Misericordia, ad officiare il rito che apre la strada per entrare nella chiesa più importante al mondo, San Pietro. E quando le ante di bronzo di 2,14 per 3,65 metri si spalancheranno, in molti penseranno al “costruttore” di quella porta, così simbolica da diventare un vero e proprio rito: Lodovico “Vico” Consorti, nato a Semproniano nel 1902, e che fu il vincitore del concorso delle “Porte Sante a Roma”, che in apparenza doveva essere un segreto, aggiudicandosi con il proprio progetto di entrare di diritto fra gli artisti da ricordare a imperitura memoria.

Vico Consorti
Le cronache dell’epoca raccontano che ai primi del gennaio 1949 Consorti, in attesa dell’esito della seconda prova di concorso per la Porta di San Pietro, ricevette la committenza della Porta Santa direttamente da Monsignor L. Kaas (già membro di giuria nel concorso). Il tema da rappresentare fu dettato dalle parole di Papa Pio XII: «Concedimi, o Signore, che questo Anno Santo sia l’anno del gran ritorno e del gran perdono». I lavori furono portati a termine in soli 11 mesi già alla vigilia della fine dello stesso anno, e la Porta Santa fu donata da Monsignor Francesco Von Streng, vescovo di Lugano e Basilea e dai suoi fedeli come omaggio al Papa della pace, Pio XII, in ringraziamento al Signore per aver preservato la Svizzera dagli orrori della guerra. Sulla porta i disegni scolpiti dall’abilità di Vico Consorti, rappresentano il ciclo scultoreo nel suo significato simbolico, e narrano la storia umana dall’alba ai giorni nostri in sedici formelle. In senso orario viene ripercorso il peccato e la cacciata dal Paradiso terrestre, l’Annunciazione, il battesimo di Gesù, le parabole del buon pastore, del figliol prodigo, del paralitico, della peccatrice, il perdonare “settanta volte sette”, il rinnegamento di Pietro, il buon ladrone, le apparizioni di Cristo risorto a Tommaso e a tutti gli apostoli riuniti, la conversione di Saulo e, nell’ultima formella, Cristo come porta di salvezza, simboleggiato dal Papa Pio XII che apre la Porta Santa nell’anno Santo 1950. Consorti ha realizzato in tutto cinque porte bronzee monumentali: a Siena, nel 1946, si dedica alla porta della Riconoscenza per il Duomo (la prima), con i senesi che gli affibbiarono il soprannome di “Vico dell’uscio”. E ancora la porta della chiesa di Ludriano (Brescia), e completa la serie nel 1966 con la porta centrale del santuario di Oropa presso Biella. Nel 1978, un anno prima della sua morte, Grosseto gli riconobbe il Grifone d’Oro.