8 dicembre 2015
Inizia oggi il Giubileo della Misericordia • Il rifugio che accoglie i pellegrini che hanno percorso cento chilometri a piedi • Undici minuti di applausi per Giovanna D’Arco • È morta Krizia • Chi è un po’ in soprappeso vive di più
Giubileo Papa Francesco apre stamani la Porta Santa che segna l’inizio del Giubileo della Misericordia. Alla cerimonia parteciperà anche il Santo Padre emerito Benedetto XVI. Presenti il Capo dello Stato Sergio Mattarella, il premier Matteo Renzi con il ministro dell’Interno Angelino Alfano e le delegazioni di decine di nazioni, fra le quali — unica reale — quella belga, con re Alberto e la regina madre Paola. L’inizio del primo Giubileo blindato della storia potrà contare su circa 3 mila uomini delle forze dell’ordine e delle forze armate, sulla copertura dell’Aeronautica militare (con radar capaci di agganciare anche velivoli sospetti a bassa quota), su reparti speciali pronti a entrare in azione. «Non ci sono rischi specifici», spiega Gabrielli che con il questore Nicolò D’Angelo ha coordinato il piano di sicurezza, che comprende 13 ospedali in allerta, con 300 posti letto disponibili, e una miriade di punti di primo soccorso. Per l’occasione ai funzionari della polizia incaricati dell’ordine pubblico sono stati distribuiti smartphone con cui riversare immagini dalla strada alla sala operativa, che può contare su 2 mila telecamere puntate su San Pietro. Se la piazza non dovesse contenere i fedeli, i controlli con i metal detector saranno spostati sull’antistante piazza Pio XII e su via della Conciliazione dove, in caso di necessità, non sono escluse chiusure fino al lungotevere (Frignani, Cds).
Pellegrini A Roma lo Spedale della Provvidenza di San Giacomo e San Benedetto Labre della Confraternita di Perugia accoglie con un pasto caldo e la lavanda dei piedi i pellegrini di questo Giubileo straordinario solo a condizione che, durante il viaggio, «abbiano rispettato i severi canoni del vero pellegrinaggio». I criteri di selezione sono scritti su un foglio battuto a macchina. «Si accettano soltanto viandanti che dimostrino di aver percorso gli ultimi 100 km a piedi o gli ultimi sette giorni in bicicletta». «Chi arriva deve esibire la credenziale del pellegrino valida e normalmente rilasciata da un ente religioso». «Non si accolgono gruppi o comitive». «Tipo di ospitalità: povera. Massimo numero pernottamenti: due per chi giunge a piedi e uno per chi giunge in bici. Prezzo: offerta libera». Tra loro Domenico Del Barba di anni 82 e Antonio Bovo di anni 67. Domenico e Antonio hanno viaggiato insieme. Partenza da Vercelli, all’alba dello scorso 21 novembre. Domenico: «Sono un ex impiegato comunale di Piedimulera, in provincia di Verbania: ho una moglie, quattro figli, quattro nipoti e ringrazio il buon Dio di avermi dato la forza per arrivare fino a qui...». Antonio: «Beh, la fede ci ha aiutato tanto. Quando dubiti delle tue forze, perché le gambe ti fanno male e hai il tallone pieno di vesciche... Quando ti ritrovi steso nel retro di una canonica che ti ospita e vedi con la coda dell’occhio un topo che ha deciso di dormire nel tuo sacco a pelo... Quando un temporale ti sorprende al centro di un bosco... Ecco, quando ti succedono cose così, vai avanti solo perché è il Signore che ti spinge... Un pellegrinaggio non è una forma di trekking, è fatica accettata per raggiungere una meta sacra» (Roncone, Cds).
Scala Al termine della Giovanna D’Arco che ha inaugurato la Scala di Milano dieci minuti di applausi per tutti, compresi i registi Moshe Leiser e Patrice Caurier, laureati a pieni voti senza nemmeno quel fischio di rito che alla Scala risuona ogni 7 dicembre. Tra lanci di fiori e coriandoli dorati, festeggiatissimi la protagonista Anna Netrebko, Francesco Meli nel ruolo di Carlo VII, Devid Cecconi in quello di Giacomo, e il coro col suo maestro Bruno Casoni. Una prima gioiosa nonostante l’alto tasso di tensione per l’allarme terrorismo. Per ragioni di sicurezza è rimasto in forse fino all’ultimo il premier Matteo Renzi. Arrivato con la moglie, ha raggiunto nel palco reale il sindaco Pisapia e il governatore Maroni. Molto apprezzato l’addobbo floreale, una cascata di gigli, omaggio a quelli dello stendardo dell’eroina francese. Ma poiché i veri profumano troppo, per non irritare le ugole dei cantanti ne è stata trovata una qualità inodore (Manin, Cds).
Krizia 1 Morta a 90 anni per un malore Krizia, come tutti conoscevano la stilista bergamasca Mariuccia Mandelli. L’aspettativa dei suoi era farne una signorina di buoni studi (spedita in Svizzera) e pronta a un’agiata vita familiare. Invece, dopo qualche anno di maestra si trasferì a Milano dove aprì un laboratorio con l’amica Flora Dolci. «Facevamo gonne e vestitini, io li mettevo in valigia e li portavo nei negozi». Nel 1957 il primo salto vero, con i suoi abiti a macrostampe di frutta al Samia di Torino, il salone di quella che allora si chiamava «moda pronta». Nel ’64 era già al Pitti, dove sfila e vince, prima donna a ricevere un premio che l’ultima volta era stato assegnato a Emilio Pucci. Poi sarà un crescendo fino agli Anni Ottanta e al boom del made in Italy, di cui sarà uno dei «commendatori» (nominati nell’86) con Armani-Ferrè-Versace-Valentino. Le sue «invenzioni»: gli hot pants, la maglieria a intarsio, gli abiti scultura, l’animalier, il plissé (Ricotta Voza, Sta).
Krizia 2 C’erano tre argomenti di cui Krizia non amava parlare: la minigonna, che sosteneva d’aver lanciato negli anni 60 non meno di Mary Quant, il carattere fumantino, figlio d’un temibile perfezionismo, e (da almeno un paio di decenni) l’età, perché come spiegava «dentro resto la stessa ragazza entusiasta e curiosa». Non c’è intervista in cui non le sia stato chiesto se avesse nostalgia dei figli. «Sì — era la risposta — ma il lavoro mi ha distratto e non mi sono accorta che il tempo passava» (Paracchini, Cds).
Grasso Nel maggio scorso ricercatori inglesi e del Qatar al termine di uno studio durato dieci anni su 10.000 pazienti inglesi hanno osservato che chi è un po’ in soprappeso (con un indice di massa corporea intorno a 25) si ammala meno e vive più a lungo degli altri (Remuzzi, Cds)
(a cura di Roberta Mercuri)