la Repubblica, 7 dicembre 2015
Il commento al campionato di Gianni Mura
Chi si fosse trovato a passare accanto allo stadio, a una decina di minuti dalla fine, avrebbe pensato a un trionfo del Napoli. “O surdato nnamurato” cantata da tutt’e due le curve. Canzone bella che compie giusto cent’anni. Ma la curva del Bologna, già distintasi per lo scoppio di alcuni petardi (complimenti a chi controlla), l’aveva intonata per sfottere, sul 3-0 che nessuno poteva prevedere e quella del Napoli, vittima di scippo canoro, la cantava per riprendersela.
I due gol di Higuain sui titoli di coda a cosa servono? Alla sua classifica dei goleador, a indorare una pillola comunque dura da mandar giù e ad escludere un calo atletico della squadra, cresciuta nel secondo tempo. Buon per il Napoli che le trasferte in Emilia siano finite: ha perso sul campo del Sassuolo, pareggiato su quello del Carpi, perso ieri.
Un 3-0 parziale, cioè un Napoli allo sbando, un Napoli che incassa in un pomeriggio un terzo esatto del suo passivo di 14 giornate, si spiega in un modo molto semplice: la peggior partita del Napoli coincide con la migliore del Bologna, e qui dovrebbero partire i violini per Donadoni: 10 punti in 5 partite, Destro rilanciato, giovani e giovanissimi in vetrina. Diawara, che Corvino è andato a pescare nel San Marino, ha 17 anni, Masina 21, Oikonomu, Taider e Rizzo 23. Stesso 4-3-3, un filo più prudente quello del Bologna che fin dall’inizio marca a uomo i due registi arretrati del Napoli. Gli altri, a partire da Mounier e Rizzo, si applicano a intercettare le linee dei passaggi e far ripartire velocemente l’azione. Non riuscendo a dare profondità al gioco, Allan e Jorginho sono spesso costretti a delegare i difensori (pianto e stridor di denti).
Penso che Sarri sentisse odor di bruciato, e non era un barbecue. La vittoria sull’Inter, nel finale, conteneva come una brutta sorpresa il presagio della sconfitta di ieri. Fatto un cenno al fuorigioco difficilmente rilevabile di Destro sul primo gol, Sarri ha parlato di pile mentali da ricaricare dopo una gara molto dispendiosa. Sarri i suoi li vede tutti i giorni, non una volta ogni tanto, e sono convinto che la sua spiegazione sia giusta. La concentrazione, l’attenzione sono faccende mentali, non muscolari.
Il Napoli ha battuto, tranne il Sassuolo, tutte le avversarie d’alta classifica: questo è un fatto. Com’è un fatto che abbia sofferto di più contro squadre di classifica medio-bassa. Era già toccato alla Fiorentina di salire sul gradino più alto e poi di scendere. Il mal di testa, con riferimento al primato, sembra si sia allargato al Napoli. Come fosse più a suo agio nella pelle del cane inseguitore che in quella della lepre inseguita. Da Napoli-Roma, oltre che da Juve-Fiorentina, arriveranno chiarimenti.
Poi c’è un altro discorso, più facile da fare dopo una sconfitta del Napoli che dopo una vittoria. Mentre Mancini, tanto per fare un esempio, ogni volta cambia formazione (almeno 4 giocatori nuovi), Sarri ha individuato la squadra-tipo e su quella insiste. È una scelta vecchia come il calcio: squadra che vince (e convince, aggiungo) non si cambia. Un rischio, da calcolare, è che dopo un po’ qualcuno degli intoccabili abbia bisogno di tirare il fiato. Un altro rischio è che qualcuno degli intoccabili si senta davvero intoccabile, ossia che venga a mancare una reale concorrenza nella truppa, concorrenza che spinge i panchinari a impegnarsi il doppio per far cambiare idea al tecnico e i titolari pure a impegnarsi per non essere scavalcati. In altre parole, mi chiedo se Chiriches o Strinic o lo stesso Valdifiori, che in pochi mesi non può essere diventato un ferrovecchio, non abbiano i requisiti per giocare un’intera partita, magari non di quelle di cartello. Ieri i cambi di Sarri hanno toccato due esterni (Hysaj e Callejon) e un centrocampista (Allan). Il Napoli è cresciuto, anche perché il Bologna alla lunga ha attenuato il suo pressing ossessivo, e per poco non sbaglia i calcoli.
Higuain s’è svegliato troppo tardi. Belli i suoi gol, meno piacevole l’atteggiarsi a principessina del pisello. I grandi giocatori (e Higuain senz’altro lo è) pensano spesso che, nel bene, tutto dipenda da loro. Anche nel male, però. Se è vero che Sarri ha una via agevolata nel dialogo con Higuain, è sempre in tempo a farglielo capire. Perché il Napoli ha perso una partita, non il campionato. Se la vittoria sull’Inter aveva creato eccessivi entusiasmi, questa sconfitta non porti solo pessimismi assortiti. Per certi versi, può anche essere utile. E poi questo Bologna può fare brutti scherzi a chiunque. Donadoni, bravissimo, e i suoi si godano la vittoria. Non significa salvezza, ma un bel mucchio di mattoni per costruirla.