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 2015  dicembre 07 Lunedì calendario

Basta con lo Spritz, meglio un Gin Tonic

È lecito dire, con rispetto parlando, che dello spritz non se ne può più? Per carità, ognuno può bere quello che vuole. C’è persino gente che trova divertente Siani, quindi tutto è lecito. Lo spritz non è certo il problema maggiore. E magari a qualcuno piace. Sì, ma quelli a cui piace lo sanno che c’è tanto – praticamente tutto – di meglio? Anzitutto: cos’è lo spritz? La risposta dotta è “un tipico aperitivo originario del Veneto”. La risposta corretta è “la maniera più scaltra con cui i bar smaltiscono le loro scorte di bianco orrendo”.
Sì, perché lo spritz è una mescolanza tale per cui alla fine il vino viene ampiamente offuscato dal resto degli ingredienti. Lo spritz – ricorda GialloZafferano – “nasce durante la dominazione austriaca nel lombardo-veneto tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800. Sono infatti i soldati austriaci che hanno diffuso questa bevanda, aggiungendo al vino Veneto, ritenuto da loro troppo forte, del seltz per diluirlo. Il nome spritz deriva dal verbo tedesco “spritzen” che significa appunto spruzzare”. Le proporzioni sono 1/3 vino bianco secco, 1/3 Aperol, 1/3 seltz. Più 6 cubetti di ghiaccio e mezza fetta d’arancia.
Molti al posto dell’Aperol mettono il Campari e – ancor più – il Prosecco è spesso preferito al vino bianco. E qui, doppiamente, casca l’asino. Anzi lo spritz. Quale Prosecco? Quasi sempre il peggiore: quello da supermercato, quello da un euro a bottiglia, quello buono e sano come una colica renale.
E quale vino bianco? Idem come sopra, tanto il sapore (va be’) verrà dominato da Aperol e seltz.
Ne consegue che, fatti salvi rari e meritevoli casi, lo spritz è un accrocchio modaiolo con cui si suole fare (goffamente) i fighi mentre si beve una mezza schifezza. E per giunta abbastanza cara. Lo spritz ha poi senso se lo si beve a Padova o Treviso, dove è nato e dove lo fanno molto meglio che altrove. Non si capisce invece per quale motivo si debba berlo a Milano, Roma o Catania. Ci saranno senz’altro gli adepti del genere, che lo reputeranno migliore di qualsiasi alternativa. Buono a sapersi. Rispetto massimo. Però fidatevi: c’è di meglio. Certo, a volte lo spritz costa meno di un bicchiere di bianco, ma sempre troppo se si sa – e spesso non si sa – cosa ci sia dentro.
Lo spritz è il cinepanettone degli aperitivi. E neanche un cinepanettone passabile: uno di quelli con Enzo Salvi e Biagio Izzo, uno dei più scontati. Piccolo consiglio: emancipatevi da questo “sciroppetto” inutilmente e stancamente frizzante. Convertitevi al gusto del (buon) Metodo Classico, buttatevi nel magico mondo dei Gin Tonic. O anche “solo” provate il bianco della zona (non della casa). Sarà sempre – sempre – meglio di qualsiasi spritz.