Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  dicembre 07 Lunedì calendario

Instagram ha bisogno di fare più soldi

Non si può programmare la pubblicazione dei contenuti, gli account verificati sono ancora pochi. La cronologia delle foto non è indicata, il posizionamento degli hashtag non è visibile nei commenti. E (per ora) non c’è nemmeno la possibilità di gestire più account passando da uno all’altro attraverso un menù a tendina. Eppure Instagram ha comunque successo, anche sprovvisto di questi dettagli tecnici che tutti i social rivali hanno. Ma, forte dei 400 milioni di utenti che gli hanno permesso di superare anche Twitter, il social delle fotografie pian piano sta cominciando a mettere mano ai suoi (tanti) talloni d’Achille. Obiettivo: conquistare le aziende e non deludere le aspettative degli analisti che, come la società di analisi Cowen and co., pronosticano un fatturato che potrebbe salire fino a 5,8 miliardi di dollari da qui al 2020.
Strumenti
Per convincere le aziende ad investire in campagne di advertising sul social, infatti, bisogna costruire strumenti ad hoc per migliorare l’impatto della pubblicità. Quest’anno si prevede che Instagram arrivi a raggiungere un fatturato di 700 milioni di dollari: una bella cifra, ma ancora molto lontana dai cinque miliardi preconizzati da Cowen per il 2020. Anno in cui Instagram arriverà al giro di boa dei dieci anni: per migliorare i suoi bilanci deve partire prima possibile.
La sua storia, finora, è stata molto densa. Lanciato nel 2010 dall’allora 27enne Kevin Systrom, ha raggiunto il primo milione di utenti dopo pochi mesi grazie al successo dei suoi filtri retrò. L’introduzione degli hashtag, le parole-chiave precedute da un cancelletto e inventate da Twitter, ha permesso agli utenti di indicizzare meglio le foto e regalato al social un’altra accelerata, portandolo a passare il traguardo dei 10 milioni di iscritti l’anno successivo al lancio. Poi, nel 2012, è stato acquisito da Facebook per un miliardo e la botta di popolarità ha fatto lievitare gli utenti, portandoli a 25 milioni.
Il 2013 è l’anno del boom: gli iscritti arrivano a 150 milioni e il social comincia a pensare a come monetizzare una base così grossa lanciando i primi strumenti per l’advertising. L’anno scorso, mentre gli utenti raddoppiano a 300 milioni, i manager iniziano a guardare ai mercati in via di sviluppo. Ma è solo quest’anno che il social, ormai consolidato e forte di un bacino da 400 milioni di utenti, sta davvero iniziando a potenziare la sua piattaforma. Che, per molti versi, ancora zoppica. Qualche passo è già stato fatto: a inizio 2015 sono stati introdotti i primi link esterni (ma solo per le campagne a pagamento). Negli ultimi mesi, poi, Instagram ha sviluppato nuovi prodotti pensati apposta per andare oltre la sua definizione di social fotografico. Se negli anni scorsi sono stati introdotti i video, di recente sono stati inaugurati sia i collage di foto che quelli di video, anche in time lapse, attraverso un piccolo set di applicazioni correlate. L’ultima novità sono i canali tematici: hanno esordito negli Usa in occasione di Halloween e si presentano come raccolte dei video più interessanti postati dagli utenti.
Le mosse
Un prodotto che ricorda, molto da vicino, i contenuti selezionati di Twitter Moments. L’obiettivo infatti è lo stesso: fornire agli utenti una guida, scelta e ragionata (quindi non assemblata da algoritmi) di contenuti che non devono perdersi per capire meglio ciò che succede nel mondo intorno a loro. A breve toccherà agli account multipli: con pochi tap si potrà passare da un profilo all’altro selezionandoli da un menù a tendina. Non è una banalità, anzi: sarà uno strumento utile e necessario per chi lavora con i social dal punto di vista aziendale ed ha bisogno di utilizzare più account.
Ma la mossa più importante degli ultimi tempi è la decisione di chiudere la piattaforma agli sviluppatori. Alcune delle funzionalità che Instagram ancora non ha costruito sono infatti la base di altri software: se ne contano a decine che integrano il feed del social e permettono, per esempio, di programmare i contenuti (anche se poi bisogna comunque dare un «ok» finale all’orario indicato) o ripubblicare le foto altrui. Ora che il social ha deciso di migliorare i propri strumenti il primo passo è sbarazzarsi della concorrenza. Così, qualche settimana fa, ha annunciato nuove regole, molto più severe, per gli sviluppatori. E lo ha detto chiaro e tondo, in una nota diffusa per spiegare la decisione: il cambiamento servirà ad «aiutarci a mantenere il controllo sulla nostra community». Anche dal punto di vista del fatturato.