La Stampa, 7 dicembre 2015
Ai manager piacciono le scarpe da operaio
Come effetto della crescente disoccupazione, effetto della diffusione delle tecnologie informatiche, che finiscono per espellere persone dai processi produttivi di tipo industriale, ci sarà un progressivo ritorno al lavoro manuale. Un cambiamento già in corso attraverso le figure dei Makers, su cui Chris Anderson, ex direttore di Wired Usa, ha scritto un libro interessante (Makers, Rizzoli); nel contempo assistiamo alla rinascita del lavoro artigiano. Gli esperti di moda reputano che questo produrrà una diversa attenzione ai tradizionali vestiti da lavoro; l’industria del settore terrà probabilmente conto di questa trasformazione producendo capi di abbigliamento legati alla memoria del lavoro manuale. Questa tendenza è in corso già da tempo almeno nell’ambito dell’industria delle calzature. Da un decennio circa si sono diffuse fuori da cantieri e fabbriche le scarpe antinfortunistiche.
Le Timberland, di moda negli anni Ottanta e Novanta, sono un primo esempio di questo, e ci sono marchi meno conosciuti come LOGiCa o COFRA; queste calzature fino a qualche decennio fa erano usate esclusivamente da carpentieri, muratori, falegnami, operai. Un caso particolare è quello di Bludstone, produttore australiano sorto all’inizio del Novecento, che commercializza calzature particolarmente resistenti e pratiche, utilizzate ora nel cosiddetto tempo libero. Capita di vedere queste scarpe ai piedi di manager, professionisti, registi, attori, cantanti, giornalisti, esempio di abbigliamento radical chic, per dirla con la vecchia formula di Tom Wolfe. La prerogativa delle scarpe di Blundstone è d’infilarsi e sfilarsi in modo molto semplice attraverso delle linguette poste nella parte anteriore e posteriore della scarpa; inoltre possiedono due parti elastiche sui lati, in alcuni tipi colorate (rosso, giallo, blu, marrone).
Esiste anche un modello per donne, tuttavia quello unisex è preferito dal mondo femminile. Nella pubblicità le Blundstone sono proposte per la loro resistenza all’olio, al grasso e all’acido, alla pari di altre scarpe da lavoro, e possiedono una suola che sopporta il calore fino a 140 gradi centigradi. Perché hanno tanto successo? Per contagio, prima di tutto, come molti capi di moda, e anche perché possono essere maltrattate, sporcate senza perdere il fascino, anzi. Sono cool per il motivo individuato dai guru della moda: evocano il lavoro manuale ai piedi di chi non lo fa e non lo farà mai. Danno la sensazione di lavorare con i piedi e non solo con la testa.