il Giornale, 7 dicembre 2015
Dalla Giovanna D’Arco di Verdi a Porgy e Bess di Gershwin. Una stagione alla Scala
Scala, viaggio nell’opera italiana. Per la stagione 2015/2016, con la direzione principale di Riccardo Chailly, sono stati programmati capolavori della nostra lirica: 7 titoli su 15. Accanto al grande repertorio, piecè significative meno eseguite in tempi recenti che hanno avuto al Piermarini la loro prima assoluta. VIA CON «GIOVANNA D’ARCO»
Il meno eseguito dei lavori giovanili di Verdi – l’ultima alla Scala nel 1865 -; altissima qualità musicale, come ha dimostrato la sua ripresa a Salisburgo (in edizione critica in scena dal 7 dicembre, direttore Riccardo Chailly; regia Moshe Leiser e Patrice Caurier, scene Christian Fenouillat, costumi Agostino Cavalca).
IL RITORNO DI «RIGOLETTO»
Ancora di Verdi, riproposta la versione di Gilbet Deflo con scene di Ezio Frigerio. Ai grandi Leo Nucci e Vittorio Grigolo, si affianca un giovane soprano americano nella parte di Gilda. Il direttore, finlandese, allievo di Jorma Panula, è a capo dell’Opera finlandese (in scena dal 13 gennaio; direttore Mikko Franck, regia Gilbert Deflo, scene Ezio Frigerio, costumi Franca Squarciapino).
«TRIONFO DEL TEMPO E DEL DISINGANNO»
Oratorio di Händel: testo religioso di valore poetico anche per un pubblico contemporaneo, musica che tocca vertici assoluti. Sul podio un esperto come Diego Fasolis (dal 28 gennaio, direttore Diego Fasolis, regia Jürgen Flimm, scene Erich Wonder, costumi Florence von Gerkan, coreografia Catharina Lühr).
«I DUE FOSCARI»
In scena Plácido Domingo e il baritono Luca Salsi, tra le migliori voci. La presenza del giovane soprano Anna Pirozzi conferma la volontà della Scala di promuovere le nuove voci italiane. Ritorna il regista Alvis Hermanis, che per approfondire la storia dei Foscari si è recato a Venezia (dal 25 febbraio, direttore Michele Mariotti, regia e scene Alvis Hermanis, costumi KristīneJurjāne, coreografo Alla Sigalova).
«LA CENA DELLE BEFFE»
Con l’opera di Umberto Giordano, battezzata da Toscanini nel 1924, parte il progetto che punta a riportare in teatro i lavori del ’900 italiano. Un titolo ideale per un regista come Mario Martone; Carlo Rizzo l’uomo giusto perché profondo conoscitore di questo repertorio (dal 3 aprile, direttore Carlo Rizzi, regia di Mario Martone, scene Margherita Palli, costumi Ursula Patzak).
«LA FANCIULLA DEL WEST»
Riccardo Chailly prosegue il percorso dedicato a Puccini, partito nel 2015 con «Turandot» (nuove produzioni di tutte le opere entro il 2022). Il progetto, che sarà registrato in audio e video, si proporrà come punto di riferimento per le interpretazioni pucciniane. Fondamentale sarà il lavoro di Chailly sulle partiture originali alla luce degli studi più recenti (dal 3 maggio, direttore Riccardo Chailly, regia Robert Carsen, scene e costumi di Paul Brown).
«L’ENFANT ET LES SORTILÈGES L’HEURE ESPAGNOLE»
L’allestimento arriva dal Festival di Glyndebourne concepito dal regista Laurent Pelly nel 2012. Sul podio una direzione musicale già largamente apprezzata per l’esecuzione mozartiana del «Lucio Silla» nel 2015. Tra i ritorni anche quello del mezzosoprano Marianne Crebassa (in scena dal 17 maggio, direttore Marc Minkowski, regia e costumi Laurent Pelly, scene di Caroline Ginet, Florence Evrard, Barbara de Limburg).
«DER ROSENKAVALIER»
Alla Scala quella che viene considerata la migliore produzione degli ultimi dieci anni del Festival di Salisburgo. La firma per la regia del lavoro di Richard Strauss, che riporta l’azione nella Vienna del primo ’900, in mano a un mostro sacro del teatro tedesco come Harry Kupfer, il livello musicale è garantito dalla bacchetta di Zubin Metha (in scena dal 4 giugno, direttore Zubin Mehta, regia di Harry Kupfer, scene di Hans Schavernoch, costumi di Yan Tax).
«SIMON BOCCANEGRA»
Quarto titolo verdiano della stagione: è una ripresa dell’allestimento di Federico Tiezzi in cui Plácido Domingo e Leo Nucci tornano ad alternarsi nel ruolo del titolo in un cast che schiera importanti debutti. Grande ritorno del direttore Myung-Whum Chung, uno dei maggiori direttori verdiani in attività (dal 18 giugno, direttore Myung-Whum Chung, regia Federico Tiezzi, scene Pier Paolo Bisleri).
«DIE ZAUBERFLÖTE»
Nel caso di questa opera, che cade nel 225° anniversario della scomparsa di Mozart, Peter Stein ha accettato di curare la regia e insegnare all’Accademia. Sul podio torna anche uno dei maggiori interpreti mozartiani, Ádám Fischer, che manca dal 1988. Con questa produzione si crea una corrispondenza tra la Stagione d’Opera e il progetto «Grandi Opere per piccoli» (dal 2 settembre, direttore Ádám Fischer, regia Peter Stein, scene Ferdinand Wögerbauer, costumi Anna Maria Heinreich).
«THE TURN OF THE SCREW»
Di Benjamin Britten, opera tratta dall’omonimo racconto di Henry James. Debutta il regista Kasper Holten, giunto ventisettenne alla direzione dell’Opera danese. Parte musicale prestigiosa anche per la direzione, con Eschenbach. Tra i cantanti gli eleganti Ian Bostridge e Miah Persson (dal 14 settembre, direttore Christoph Eschenbach, regia Kasper Holten, scene Steffen Aarfing).
«L’INCORONAZIONE DI POPPEA»
Viaggio alle radici del melodramma e questo è il ritorno di una produzione che nel 2015 ha concluso un trittico su Claudio Monteverdi, realizzato con l’Opéra National de Paris. Testimonianza, tra le altre, di quanto si può fare alla Scala nel campo della musica barocca (in scena dal 22 settembre, direttore Rinaldo Alessandrini, regia e scene Robert Wilson, costumi Jacques Reynaud).
«LE NOZZE DI FIGARO»
Nuova produzione affidata a un regista-rivelazione con «La finta giardiniera», al Festival di Glyndebourne, nel 2014. Direzione a una delle maggiori bacchette mozartiane (in scena dal 26 ottobre, direttore Franz Welser-Möst, regia Frederic Wake-Walker, scene e costumi Antony McDonald).
«FIN DE PARTIE»
Con questo lavoro tratto dalla pièce di Beckett, György Kurtag, forse il maggior compositore vivente, affronta per la prima volta il linguaggio dell’opera. Tra i progetti della Scala, includere ogni anno una nuova opera contemporanea nella sua Stagione (dal 6 novembre 2016, direttore Ingo Metzmacher, regia Luc Bondy, scene Johannes Schütz, costumi Moidele Bickel).
«PORGY AND BESS»
Il lavoro di George Gershwin viene proposto in versione semiscenica con un direttore che probabilmente sorprenderà molti e che è riuscito a ripristinare tutto il materiale originale della prima assoluta. Si potrà dunque ascoltare una versione più autentica dell’opera (dal 15 novembre 2016, direttore Nikolaus Harnoncourt, regia di Philipp Harnoncourt).