il Giornale, 7 dicembre 2015
Don Babuin, il parroco di Torino che non vuole gli imam in chiesa: «Il loro Dio non è come il nostro»
«Gli imam in chiesa non li voglio. E poi chi mi garantisce che non siano degli estremisti? Io la mano sul fuoco non ce la metterei per nessuno di loro». Parole scandite in maniera chiara, quelle pronunciate da don Michele Babuin, il nuovo parroco della chiesa Nostra Signora della Pace di Torino. Parole destinate a suscitare scalpore, pronunciate per spiegare la sua assenza al corteo contro il terrorismo, organizzato alcune sere fa a Barriera di Milano. Nonostante fosse stato invitato, lui dietro lo striscione con la scritta #notinmyname non c’era e non c’erano neppure altri parroci, che si sono però giustificati spiegando che all’ora in cui si svolgeva la manifestazione dovevano dir messa. Don Babuin, fronte spaziosa e capelli brizzolati, è stato invece molto più diretto, dicendo semplicemente quello che pensa: «Ovviamente sono a favore di qualsiasi iniziativa contro la guerra o il terrorismo – precisa don Babuin con un accento che tradisce le sue origini venete – ma non ho condiviso il modo in cui il corteo è stato organizzato, così ho preferito non partecipare. Comunque non capisco perché noi cattolici dobbiamo far entrare i musulmani in chiesa, quando loro non fanno lo stesso nelle loro moschee».
Il responsabile della più grande parrocchia del quartiere torinese fin da subito aveva mostrato la sua perplessità sulla manifestazione, dichiarando che non avrebbe partecipato. Perché se «tutti noi aderiamo ai messaggi di pace – ha precisato deciso – è necessario anche essere chiari: abbiamo un dio diverso». La presa di posizione del sacerdote ha suscitato non poche polemiche, in un quartiere dove la percentuale di stranieri è molto alta ma lui non indietreggia di un millimetro e anzi spiegare meglio la sua posizione: «Non ho mai detto di non accettare il confronto con la comunità musulmana ma non ho bisogno di una bandiera per farlo. Aiutiamo 300 famiglie di origine straniera, quasi tutte di religione islamica, però quella manifestazione era ambigua. Il Corano recita la pace ma è lo stesso testo che leggono i fondamentalisti che perseguitano gli infedeli».
Certo, don Babuin è dispiaciuto per l’immagine della parrocchia della Pace. «Qui – ribadisce – non abbiamo mai chiuso la porta a nessuno, l’oratorio è aperto a tutti, chiedo solo un po’ di rispetto quando diciamo la preghiera. Chi non vuole farla, sta in silenzio. Io sono per la pace e per il dialogo con tutte le fedi ma resto convinto che per organizzare manifestazioni simili ci voglia più prudenza. Ci sono varie correnti nell’Islam, gli imam sono esponenti del mondo della cultura e della politica. Chi ci dice che non siano estremisti?». E a chi lo accusa di esagerare, don Babuin risponde senza esitazione: «Non credo, ma comunque la mano sul fuoco per loro non ce la metto. Un ragazzino musulmano che ha tirato un calcio a una ragazza mi ha detto: tanto è femmina. È un atteggiamento dal quale si possono capire molte cose». Certo non sarà facile far digerire una simile presa di posizione a Papa Francesco, che ha pregato con i rappresentanti delle comunità islamiche. «È vero – conclude don Babuin – ma l’ha fatto fuori dalla Chiesa. C’è poco da fare, le due religioni sono diverse, crediamo in dio diversi. Il nostro si è fatto carne e ha accolto i peccatori, il loro no. Il nostro è più samaritano».