Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  dicembre 07 Lunedì calendario

«Hanno aiutato la Grecia, perché noi no?». La protesta davanti a Montecitorio dei clienti delle banche in crisi

«Queste persone non sono truffate: hanno siglato contratti regolari, sia chiaro». Il premier Renzi la vede così, rivendica «con orgoglio» di aver salvato «banche, lavoratori, correntisti» con il decreto del 22 novembre. E sì certo, dice pure «cercheremo di aiutare queste persone». Ma intanto si prende i fischi della piazza, gli slogan di nipoti, figli e anche un paio di nonnine ottantenni. «Questa è una rapina legalizzata», urlano davanti a Montecitorio. Dentro, nel Palazzo, la commissione Bilancio comincia a votare i sub emendamenti (la soluzione però si troverà solo in settimana) che, se tutto va bene, garantiranno un terzo del capitale andato in fumo perché investito in Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e Cari-Ferrara. «Elemosina» per chi sta fuori, le tv a riprendere risparmiatori col prezzo del crac al collo: 10 mila, 15 mila, 20 mila euro che prima c’erano ora non più. «Ed è tutto quello che avevo», dicono.
La Piazza non ha colori, alcuni votano, altri non più, «da cinque anni e continuerò così». Non sono tantissimi, duecento al massimo, «ma abbiamo organizzato tutto in 48 ore». C’è Adusbef-Federconsumatori. E c’è il Movimento Cinquestelle con qualche bandiera, i senatori Airola e Girotto, il deputato monzese Pesco e lo striscione «Elezioni subito». «Ma cosa c’entra? Uno slogan sbagliato, politico. Noi vogliamo solo i nostri soldi», commenta Stefano B. di Empoli, 10 mila euro persi nelle maledette obbligazioni subordinate. Tanti i toscani, un pullman da 45 solo da Empoli. Lucilla Gianni di Ginestra Fiorentino è imbufalita. «Renzi c’ha dato 80 euro e ce ne ha tolti 80 mila», sbraita facendo capire di aver molto da recriminare. «Il 30 giugno ricevo una lettera dalla banca che dice: “Il suo profilo non è adeguato per l’investimento fatto”. E solo ora me lo dite? Pensavo di essere una cretina, invece c’era mezzo paese dentro, gente rovinata».
Stato ladro, politici servi delle banche, buffoni buffoni. I cori si alzano, i più timidi si sciolgono con i giornalisti, gli altri socializzano con i compagni di sventura riconosciuti per via della foto su Facebook, quella del gruppo “Vittime del Salva-Banche”. C’è il gruppetto dei romani, sconsolato. Poi quello di Marche e Abruzzo. Sparuti siciliani, venuti da Catania e Palermo. Le storie si incrociano. Alcuni mostrano i contratti firmati. Quasi tutti dicono di aver siglato carte con la scritta «rischio medio- basso», di non aver mai avuto l’informativa Mifid, di non ritrovarsi il prospetto informativo. «Ci siamo fidati del direttore di banca: è un investimento sicuro, la banca non può fallire, il suo capitale è garantito». E il tasso «non era certo da speculatori di bond argentini, 2,6% netto». Il viceministro Morando, a pochi passi da qui, dice che sia il fondo di solidarietà proposto dal Pd (100 milioni di euro a fronte di 300-350 milioni di perdite totali), sia l’idea di un credito d’imposta al 26% di Scelta Civica, «sono tutte ipotesi potenzialmente adottabili». Ma niente «indennizzo o risarcimento». Poi però fa capire che Palazzo Chigi è «favorevole» al fondo, ma con «limiti e confini», privilegiando «i più deboli». E soprattutto «evitando l’infrazione Ue per aiuti di Stato». Fin qui il governo. Ma i 130 mila che si sentono raggirati, beffati, derubati non ci stanno. «Hanno salvato la Grecia, perché noi no?». Dall’opposizione si leva anche la voce di Forza Italia. «Il governo e Banca d’Italia dovevano vigilare», incalza Berlusconi. «Se non si interviene, ci sarà un danno incalcolabile». Così Gasparri: «Renzi divora i risparmi delle famiglie». Prestigiacomo: «Renzi fa finta di nulla». Codacons intanto ha raccolto 2.100 richieste di azione legale per rimborso integrale, promettendo assistenza ai singoli.