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 2015  dicembre 07 Lunedì calendario

Il commento al campionato di Mario Sconcerti

Continuo a pensare che il Napoli sia con la Juve la squadra più completa, ma è molto intrigante il modo con cui Mancini gestisce l’Inter. Non ha la squadra più forte, ma l’adatta continuamente all’avversario. Nei suoi giri di formazione, a conferma che anche lui teme il disagio strutturale della squadra, Mancini sta finendo per riscoprire un vecchio tesoro del calcio: il dribbling. L’Inter non ha una grande organizzazione, non ha mezzali dal gioco dolce che sappiano mandare in porta gli attaccanti. Questo le impedisce un vero possesso palla, non le allarga il campo attraverso sovrapposizioni di giocatori. Per andare oltre questo limite, Mancini sta provando a riscoprire il dribbling, cioè lo spazio catturato non da una conquista progressiva del territorio, ma dal saper saltare l’avversario. Il calcio ha dimenticato quasi con disprezzo il dribbling a favore del gioco di squadra, più gestibile. Mancini tenta adesso questo esperimento che è in fondo alla base della sua mentalità di ex grande giocatore. Per il dribbling servono qualità che non tutti hanno. Pur non avendo un fuoriclasse, l’Inter ha molti giocatori di questo tipo. Così ecco il suo calcio diventare quasi spagnolo, pieno di uno contro uno, anche da fermo. Ljajic è l’esempio più attuale, ma anche Biabiany, anche Jovetic, lo stesso Palacio, Perisic. Tutti giocatori che lo spazio se lo cercano da soli andando in dribbling. E quando ci riescono sono subito vicini alla porta, saltando un’intera fase di organizzazione. L’occasionalità elevata a sistema. Nascono da qui le difficoltà di Icardi, escluso quasi naturalmente dall’insistenza individuale degli altri. Ma la fase successiva è proprio riuscire a inserire una grande punta che approfitti dello spazio autoprodotto dai compagni. La forza dell’Inter rispetto a Napoli e Juve sta proprio nella sua incompiutezza. È lontana dal meglio, ha altre strade a disposizione, questo la rende un po’ balbuziente, ma pessima da incontrare perché già diversa. E nonostante tutto, già prima. Il Napoli intanto paga la stanchezza della rincorsa e chiede troppo a Higuain. Non ha giocato male a Bologna, ha solo trovato un avversario molto più in condizione, quindi in grado di allungarlo e renderlo prevedibile. Già contro l’Inter si era vista un’involuzione, Handanovic non fece una parata. Ma credo che la sconfitta di ieri arrivi nel momento giusto per evitare che la storia si allunghi. Contro la Roma sarà il miglior Napoli. Nel frattempo la Juve è tornata davvero, dovesse battere la Fiorentina avrebbe anche un calendario in discesa. Ma nemmeno la Juve è perfetta. È solida ma poco brillante, controlla il gioco ma dal basso, dalla difesa. E resta a 6 punti dall’Inter. Sembra comunque attualmente la miglior idea di squadra.