Libero, 6 dicembre 2015
Sul flop dei banchetti Pd
Per la precisione 2.113. E trentamila volontari a distribuire il materiale propagandistico: in media 15 ogni banchetto. L’aveva voluto Matteo Renzi, e hanno obbedito. Sotto l’hashtag #ItaliaCoraggio il principale partito di governo ha provato a ritrovarsi in piazza, l’unico luogo dove raramente litiga. Operazione non particolarmente riuscita. Quelli dell’Unità tv hanno imbastito una sorta di diretta collegandosi con luoghi dove si affollavano i notabili del partito seguiti da truppe di cameramen e fotografi, e pochi cittadini che si fermavano. Ne sono venute fuori gag esilaranti, in qualche caso grottesche. Così sui social l’avvenimento è stato accompagnato da tonnellate di ironia e sarcasmo. La foto più postata è quella di un povero volontario di Massa, che nel cuore della Toscana rossa, si leggeva un giornale seduto al banchetto deserto. L’unico posto dove davvero si è vista la folla dei grandi momenti è stato Ercolano. Lì è arrivata Maria Elena Boschi, attesa come una Sofia Loren dei bei tempi. Almeno 4-500 i curiosi, e in questo caso nessuno del servizio d’ordine del partito. Così si è sfiorato il dramma: un anziano fan della bionda ministra è stato travolto dalla calca e ha battuto la testa. Nulla di grave, ma dalla ferita sgorgava copioso il sangue, ed è arrivata l’ambulanza per portare in ospedale il poveretto, che a suo modo ha avuto quel che agognava: un incontro ravvicinato con la Boschi che voleva sincerarsi delle sue condizioni di salute. Ressa anche al momento della partenza, dopo una decina di interviste rilasciate sbracciata come si fosse in avanzata primavera a fianco del sindaco di Ercolano. Questa volta però non erano fan, ma contestatori al grido di «Lavoro, lavoro!».
Fra le gag più riuscite della giornata quella di Gianni Cuperlo, di passaggio a un banchetto dietro Campo dei Fiori: «È un banchetto... banchetto!» ha esordito l’esponente della minoranza Pd pensando di essere assai spiritoso. E si è subito concesso ai selfie dei fan: due. Niente male pure il tesoriere del Pd, Francesco Bonifazi, che si è fatto filmare a Firenze su una panchina di fianco a una strada trafficata (e infatti l’audio era inascoltabile) mentre intervistava Bruno Quartiti, anziano militante tifoso – non trovandovi particolari differenze – di Renzi e di Stalin (si iscrisse al partito in suo onore il giorno della morte del dittatore comunista).
Il meglio però è arrivato dalla diretta di Unità.tv, che ha raggiunto iperboli che nemmeno l’Istituto Luce del ventennio riuscì a sfiorare. In studio un giornalista conduttore pizzicato talvolta dalla telecamera mentre era in evidente imbarazzo per lo stile della casa, ospitava chiacchierando sui massimi sistemi del mondo parlamentari Pd e opinionisti collegandosi di tanto in tanto con i banchetti in giro per l’Italia. A metà mattinata ospite in studio la deputata Ileana Piazzoni, transfuga di Sel e come molti di quei neo convertiti ora pasdaran di Matteo. La poveretta si è lanciata anche in questioni di politica internazionale, che non dovevano essere il suo forte. Ma tanto la ricetta istituto Luce è semplice: basta dire che il nostro Matteo dà la linea a tutti in tutto il mondo, e il discorso è bello che fatto. Lei si è spinta più in là, ascrivendo al suo premier anche l’accordo sull’Iran fra «Usa e Urss», paese che quando è scomparso Renzi era ancora in gita con gli amichetti scout. Ma la diretta dell’Unità aveva un suo baricentro: Rignano, e solo quello contava (infatti nessuno in studio ha eccepito sull’Urss). «Attenzione che si dice che il presidente del Consiglio stia per uscire di casa...». E certo che queste sono notizie. Purtroppo per 3-4 volte si è trattato di falso allarme. «Diamo la linea a Maddalena Carlino a Rignano, che vediamo gran movimento!». E la poverella lì ad arrampicarsi sui muri: «Sì, Renzi pare sia uscito, ma forse è andato a prendersi un caffè... Non so se verrà qui da noi». E invece l’imprevedibile premier al quarta occasione si è improvvisamente materializzato. Eccitazione da studio (dove nel frattempo era arrivata Lorenza Bonaccorsi): «Eccolo, eccolo...». Drammi dello streaming, dove le immagini spesso si sfòcano. Non era il premier. Al massimo uno con la stessa corporatura e taglio di capelli simile. Ma alla fine arriva il momento magico. La Carlino non sta più nella pelle: «Eccolo, eccolo... Presidente!». E Renzi finalmente si concede: «È una cosa meravigliosa oggi. È un momento che a livello internazionale presenta delle difficoltà – lo sappiamo – però noi siamo l’Italia. Io sono tornato nel mio paese, a casa mia...». La Carlino, ormai drogata dalla eccitazione: «Ecco, questo è importantissimo. Che emozione ha lei come presidente del Consiglio, come segretario del Pd ma oggi anche come cittadino di venire qua a questo banchetto? È orgoglioso?». Renzi, quasi infastidito per tanta impertinenza: «Io sono tornato per la prima volta a casa mia, perchè questo è il comune dove sono cresciuto, c’ero tornato di nascosto d’estate, ma sono qui per la prima volta in modo ufficiale e formale e sono molto contento perché qui tutti ci conosciamo, non ci sono filtri, non ci sono veli. Uno sa quando una persona rimane quello che è. Io sono sempre dentro e anche fuori un rignanese orgoglioso e da questo punto di vista penso sia molto bello vedere che come tanti altri paesi e città intere ci sia tantissima gente che ha voglia di ricordarsi chi siamo e come vogliamo essere coraggiosi e determinati in questa fase. Quindi felice di essere a Rignano ma ora basta, interrompiamo. Si va a prendere il caffè dai Feroci e si va ai banchetti...». Sipario.