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 2015  dicembre 06 Domenica calendario

Marine e Marion, due facce della stessa medaglia

Se oggi vittoria sarà per il Front National (e sembra proprio di sì), al primo turno delle regionali francesi, i militanti dovranno ringraziare il duetto formato da Marine e Marion, emanazioni del patriarca, Jean-Marie Le Pen.
Ma anche un’accoppiata improbabile: ruspante Marine Le Pen, con quel vocione che sembra il padre e le foto che la ritraggono mentre aspira un sigaro o svuota un bicchierone di birra; eterea Marion Maréchal le Pen, con la voce delicata e un fisico da mannequin («ma sotto un’apparenza dolce nasconde un carattere e una determinazione d’acciaio», dixit la zia e ha perfettamente ragione). Le differenze sono pure di sostanza: laica e «moderna» Marine, cattolicissima e tradizionalista Marion.
La prima è la candidata a presidente nella regione del Nord (Nord-Pas-de-Calais e Picardia). La seconda nel Sud, nella Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Sono date come superfavorite e da settimane stanno facendo da traino al partito. Entrambe sono passate dalla magione di Jean-Marie, il palazzotto antico sulle alture di Saint-Cloud (che lui ereditò da un imprenditore strambo, in condizioni ancora oggi oscure). Vi hanno trascorso molta della loro infanzia e adolescenza e anche oltre, in epoche diverse: Marine ha 47 anni, Marion quasi 26.
L’ascesa della zia
La prima ha vissuto lì gli alti e bassi dei genitori, compresa la fuga della mamma con l’amante e le foto della signora su Playboy per tirare su qualche soldo. Con la sua corazza psicologica, ha resistito tutto sommato bene. Più tardi, studentessa universitaria, in seguito avvocato e poi dirigente del Front National, la chiamavano «la night-clubbeuse», perché, appena poteva, scappava in discoteca, spesso con la sorella Yann. Lei partorisce Marion nel 1989 e manco si sa chi sia il padre. Poi Yann si sposerà con Samuel Maréchal, che la riconoscerà. Solo a tredici anni la ragazzina scoprirà le vere generalità del padre, che ha frequentato regolarmente (è morto nel frattempo). Da piccola Marion si ritrovava soprattutto da sola con il nonno nella magione, ad ascoltare in silenzio i suoi sproloqui. Con lui non ha mai rotto i ponti, neanche dopo la mediatica litigata di Jean-Marie con Marine.
Il gioco delle parti
Oggi le due donne sono il prodotto dei loro due distinti passati. La «night-clubbeuse» dice di essere cattolica ma non praticante. Prende sempre posizione a favore della laicità ed è una repubblicana convinta. Nel 2013 mai mise piede nelle manifestazioni contro il matrimonio gay. Anzi, il suo direttore di campagna attuale è Sébastien Chenu, omosessuale dichiarato, nel passato anche attivista per i diritti dei gay. Un altro dei suoi consiglieri, Julien Odoul, fece nudo nel 2009 la copertina della rivista gay Tetu, eletto migliore fisico dai lettori. Marine Le Pen è priva di qualsiasi remora cattolica che le impedisca di dire che «il sistema penale senza la pena di morte non tiene». Marion, invece, alle manifestazioni del 2013 si fece vedere, eccome. Lì si avvicinò ai cattolici più reazionari. Anche per quello è contraria alla pena di morte. Ha promesso, se sarà eletta, di eliminare i sussidi regionali ai centri di pianificazione familiare «perché banalizzano l’aborto» (la zia l’ha subito criticata). Marine si è presa un colpo anche quando Marion ha iniziato a esprimere simpatie monarchiche. E quando ha puntato il dito contro un progetto consolidato «per sostituire i francesi di origine con quelli musulmani in certi quartieri»: affermazioni liquidate da Marine come complottiste.
C’è chi dice che sia tutta una montatura. Più probabile, invece che la furba Marine sfrutti la bella Marion per captare un elettorato cattolico che di lei non si fida per niente. Speriamo per loro che i nodi non vengano mai al pettine.