la Repubblica, 6 dicembre 2015
Renzi vorrebbe aiutare gli obbligazionisti delle quattro banche che si sono ritrovati in mano della carta straccia
ROMA. Salvate le banche, urge salvare i risparmiatori. «È un tema delicato», ammette ora il premier Renzi. «Ma cercheremo una soluzione e il governo se ne farà carico». Il presidente del Consiglio pesa le parole e usa l’espressione sollievo (due giorni fa il ministro Padoan parlava di «sostegno»): «Stiamo studiando l’ipotesi di dare, attraverso un’operazione di cui stiamo valutando la fattibilità anche in Europa, una qualche forma di sollievo ad un particolare tipo di obbligazionisti». Quelli cosiddetti subordinati che si son trovati carta straccia per le mani dalla notte alla mattina, a cavallo del Salva-Banche, il decreto del 22 novembre, poi trasformato in emendamento alla legge di Stabilità, che «ha permesso di salvare quattro banche, i posti di lavoro e i correntisti», fa notare Renzi. Parliamo di Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti. Ora però ci sono 130 mila risparmiatori molto arrabbiati che si sentono truffati e raggirati. E che vogliono un risarcimento, non certo un «sollievo». Quel che troveranno, se tutto va bene, sarà un terzo di quanto perso (300-350 milioni in tutto). Il fondo di solidarietà proposto dal Pd in un sub emendamento – e non inviso al governo – è partito da 120 milioni (40 a carico della fiscalità generale e 80 del sistema bancario), ma già plana verso i 100 milioni (destinati ai soli investitori al dettaglio, esclusi fondi e istituzionali). Una bella grana per il Pd, visto che la maggior parte di questi obbligazionisti vive nelle regioni un tempo denominate “rosse” del centro Italia e moltissimi insistono proprio nei feudi renziani della Toscana, con epicentro Arezzo di Banca Etruria, cara alla famiglia Boschi (il papà del ministro ne era vicepresidente e anche il fratello vi ha lavorato).
«La discussione è aperta, serve il contributo di tutti, ma ora sarebbe opportuno trovare una soluzione», auspica Francesco Boccia, presidente pd della commissione Bilancio della Camera, dove da oggi si cominciano a votare i sub emendamenti al Salva-Banche (dei 130 arrivati, solo un centinaio ammissibile). Secondo Boccia, la proposta del fondo è «giusta». E anzi occorrerebbe pensare anche agli azionisti, «perché alcuni lo sono diventati a loro insaputa stipulando magari il mutuo di casa». «Ricordiamoci sempre che queste persone non sono correntisti come tutti gli altri», rimarca però Renzi. «Hanno acquistato dei titoli particolari». Come a dire: erano rischiosi e lo sapevano. Ma le testimonianze segnalano il contrario: «Non siamo stati informati». E l’opposizione (Grillo e Salvini) scalda i motori. Secondo dati Consultique, in Italia circolano 60 miliardi di obbligazioni subordinate, dunque potenzialmente azzerabili in caso di fallimento. Dentro le 370 emissioni, almeno 150 con tagli da mille euro, dunque in mano a piccoli e piccolissimi risparmiatori. Due terzi è sprovvista di rating, di quelle con rating una cinquantina non arrivano all’investment grade, un terzo illiquido (non vendibile sul mercato), rendimenti dall’1 al 10%. Una bomba ad orologeria, se la banca fa crac.