Corriere della Sera, 6 dicembre 2015
Il pasticcio di Livorno. Grillo processa i dissidenti
LIVORNO Come se non bastassero un assessore dimissionario, il presidente del consiglio comunale che rimette il mandato e tre consiglieri dissidenti che votano contro la giunta e adesso rischiano l’espulsione, ecco piovere sulla giunta di Filippo Nogarin altre tegole. La prima è un’accusa, più o meno velata del Pd, rivolta al sindaco «reo» di non aver pagato la tassa sui rifiuti di una casa presa in affitto per pochi mesi. La seconda è una lettera dai toni durissimi della comunità ebraica livornese (storicamente una delle più importanti d’Italia) con la quale si chiede al sindaco pentastellato a «che gioco giochiamo» e si invita Nogarin ad avere «maggiore rispetto per i suoi concittadini ebrei ed equilibrio nelle iniziative del suo Comune».
Ai tre consiglieri comunali dissidenti del movimento, Sandra Pecoretti, Giuseppe Grillotti e Alessandro Mazzacca che hanno votato contro la giunta che si è salvata per un solo voto, è appena arrivata una lettera a nome di Beppe Grillo nella quale s’accusano di aver «violato in modo grave, ripetuto e sostanziale obblighi e principi fondamentali di comportamento degli eletti» con il tentativo di «boicottare l’attività politico istituzionale del sindaco e della giunta». Insomma, accuse che non danno adito a speranze di perdono. Secondo alcune indiscrezioni già si starebbe lavorando a un nuovo gruppo di ex grillini (il secondo) pronto a nascere in consiglio comunale. «Ancora dobbiamo decidere – spiega Alessandro Mazzacca —, ma noi crediamo ancora negli ideali del movimento e siamo sicuri di non avere responsabilità. Le colpe, semmai, sono della giunta che non ha voluto discutere».
Se i ribelli usciranno dalla maggioranza, dai 21 voti originari la giunta Nogarin scenderebbe a 17 (compreso quello del sindaco) contro i 16 dell’opposizione.
Nogarin non vuole commentare il caso dei consiglieri ribelli («Non mi sembrerebbe corretto, c’è un provvedimento in corso, vediamo che cosa accadrà», spiega), risponde invece alle accuse di presunta evasione fiscale. «Infondate e ridicole, – sottolinea – perché ho utilizzato in affitto l’appartamento meno di sei mesi e la legge prevede che in questo caso sia il proprietario a pagare il tributo comunale sui rifiuti. Come sempre si è tentato inutilmente di diffamarmi». Poi un annuncio a sorpresa: «Semmai sono proprio i presunti moralizzatori a dover stare attenti. Perché, da accertamenti eseguiti proprio sul non pagamento dei contributi di alcuni personaggi di spicco tra poco verranno fuori grandi sorprese».
E l’ultima grana, quella della comunità ebraica? «Non ho ancora ricevuto la lettera – risponde Nogarin —. Ho grande stima per la comunità israelitica e quando la leggerò avrò con loro un incontro. Abbiamo condiviso insieme molte iniziative e credo che si tratti solo di un grande equivoco».
A Roma, intanto, è scaduto il termine per la raccolta delle candidature per le elezioni comunali. E ieri nel suo blog Beppe Grillo ha scritto che la risposta «dei cittadini iscritti è stata grandissima: il M5S ha raccolto 233 adesioni, sulle quali nei prossimi giorni verranno svolte le opportune verifiche per sapere se rispondono ai requisiti richiesti».