Corriere della Sera, 6 dicembre 2015
Marine spera di vincere in quattro o cinque regioni
PARIGI La posta in gioco di queste elezioni, le prime da quando le regioni francesi sono 13 e non più 22, è molto alta: il Front National punta a completare la sua trasformazione. Dalla formazione delle origini, contestataria e ai margini del sistema politico, capace talvolta di buoni ma inutili risultati alle presidenziali, a partito di governo in grado di gestire il potere e il budget (non trascurabile, nel caso delle regioni) che ne consegue.
Il partito di Marine Le Pen potrebbe arrivare stasera in testa in sette regioni su 13, in un primo turno che potrebbe registrare la sua ennesima «storica vittoria» e la nuova disfatta del Partito socialista al governo. Oltre al Nord (Marine Le Pen) e alla Costa azzurra (Marion Maréchal-Le Pen), i candidati frontisti sono dati per favoriti in Alsazia (con il numero due del partito Florian Philippot), e poi Normandia, Centro, Borgogna e Linguadoca-Rossiglione. Quasi un francese su tre sembra pronto a votare per il Front National, che secondo i sondaggi sfiora in totale il 30% davanti ai «Républicains» di Sarkozy alleati con il centro (28,5%) e il Partito socialista fermo al 22%.
La campagna elettorale locale non è veramente mai cominciata, perché l’attenzione dei politici e dell’opinione pubblica nelle ultime settimane è stata totalmente occupata dagli attentati e dalle misure di emergenza che ne sono seguite. Il 13 novembre sembra avere confermato e amplificato le tendenze politiche già in atto: disaffezione verso il Partito socialista, e spostamento di consensi della destra tradizionale di Sarkozy al partito di Marine Le Pen.
Il Front National da mesi basa la sua proposta politica sui temi dell’identità e della difesa della società francese dall’Islam. «Se perdiamo la battaglia contro il totalitarismo islamista, il velo sarà imposto a tutte le donne, la sharia prenderà il posto della nostra Costituzione, la barbarie prenderà il sopravvento», ha detto Marine Le Pen nell’ultimo comizio a Nîmes.
Il Partito socialista è quello che soffre di più per l’astensione attorno al 50%, e spera in un sussulto dell’ultima ora per ridurre i danni. La partita importante è anche quella per il secondo posto: chi stasera arriverà terzo e si qualificherà comunque (oltre il 10%) per il turno finale di domenica prossima, sarà chiamato nei prossimi giorni a scelte difficili. Come quella di ritirarsi, in modo da convogliare anche il voto dei propri elettori verso un unico avversario anti-frontista, impedendo la vittoria finale del Front National.
È uno scenario che potrebbe verificarsi in più regioni. Ciò nonostante Marine Le Pen spera di aggiudicarsi alla fine del secondo turno quattro o cinque presidenze. Gli accordi in funzione anti-Fn, da trovare nelle prossime ore, decideranno in parte il futuro della democrazia francese.