il Fatto Quotidiano, 5 dicembre 2015
«Mo’ me faccio una katana...». Il tatuaggio di Carminati per Suburra
Quando ha letto il libro Suburra, Massimo Carminati ha subito identificato il personaggio che nel romanzo di Carlo Bonini e Massimo De Cataldo lo rappresentava: il Samurai, interpretato nel film di Stefano Sollima da Claudio Amendola. “Mo’ me faccio una katana”, dice mentre parla del libro e di tatuaggi con il suo braccio destro, Riccardo Brugia.
Non solo Carminati, ma anche altri si riconoscono nei personaggi del romanzo dove ritrovano pure dettagli delle loro vite: come la stazione del benzinaio di Corso Francia, punto di incontro. Carminati ripercorre con Brugia alcune pagine del libro.
Lo ha colpito la scena del Samurai (Carminati stesso) e del colonnello del Ros (Malatesta, è il nome nel romanzo) che si affrontano in un duello stradale a bordo dei rispettivi mezzi: “Uno del Ros mi dà una macchinata qui a Corso Francia, un colonnello, io tento de mette sotto a lui che sta con la Vespa però poi io non piglio un semaforo. Lui viene lì e mi acciacca lui. Guarda una cosa, un giorno me lo leggo con calma… adesso sto a piglia’ una copia la voglio manda all’avvocato… tanto non gli poi fa niente perché per quella storia è una idea romanzata”. Carminati vorrebbe chiamare al telefono il magistrato autore del libro per dirgli: “Dico dottore lei ha ragione, io avrei dovuto esse come il samurai. Così menavo a uno, ammazzavo tutti. Nun c’avevo manco lì 4 anni e mezzo”. Riccardo Brugia replica: “Sta a pensà di mette il prologo” e Carminati con una battuta tra l’ironico e il minaccioso chiude: “Je piglio e gli scrivo l’epilogo, te faccio fà pure l’epilogo però”.
Al telefono con l’avvocato Ippolita Naso, temendo le intercettazioni, è più garbato: “Da quando ho processato Carminati sò diventato ricco è l’unica cosa che te può dì il dottor De Cataldo. Però lui è anche simpatico alla fine (…) Parliamo chiaro perchè se no pensano chissà che (…) È simpatico per quello che diceva in aula… dopo m’ha dato pure dieci anni invece de 24 però”.
Nelle migliaia di intercettazioni depositate, più volte il libro rappresenta un argomento di conversazione.
Addirittura il 13 gennaio 2013 Brugia presenta Carminati ironicamente come il Samurai.
Brugia: Ti presento un Samurai.
Carminati: (…) Mo’ ho capito perchè hanno fatto un articolo dell’Espresso perchè Bonini di Repubblica è amico de st’altro Abbate (Lirio Abbate, giornalista de L’Espresso, ndr), quello gli ha preparato la strada. Mi hanno fatto un libro (…) Una turnata di infami (…) È una cosa strana, anche per Marione (Mario Corsi, conduttore radiofonico romano non indagato, anche lui viene identificato in un personaggio del libro,ndr). C’ha un altro nome però ti spiega che c’ha la radio della Roma.
Mesi dopo tornano a parlare del libro “Suburra” e Carminati si diverte al pensiero di farsi tatuare sul corpo la katana simbolo del personaggio del film a lui ispirato.
Brugia: Chiamiamo Gabriele (dovrebbe essere Donnini, tatuatore di Roma). Te devi fa er tatuaggio.
Carminati: Un samurai, mi faccio una katana. Pensa che me volevo fa’ una croce con due katane
Il 10 ottobre 2013, Riccardo Brugia parla del libro anche con “Marione” Corsi che subito prevede l’ingresso nelle sale cinematografiche: “Ci vogliono fà un film?”, chiede.
Brugia: È romanzato, l’altra volta Romanzo Criminale era quasi serio. Questi se vede che so’ tutti rapporti di Polizia… di una cosa Marione
Carminati:È Spartaco (Spartaco Liberati, speaker radiofonico legato al samurai, nel libro, Ndr)
Brugia: (…) Comunque lui è il samurai…
Corsi: (…) E non gli puo’ chiede soldi?
Brugia:No, che gli chiede? Se è un romanzo non ce sta un nome. Poi dice arriva al distributore di Corso Francia almeno una volta al giorno e ci stanno lì tutto il suo equipaggio: quattro, cinque coatti. Questi so’ io, Matteo chi cazzo semo?
Corsi: (…) Quindi lo fanno pensi te il film?
Brugia:Sì compà è troppo, è già preparato.