Il Messaggero, 5 dicembre 2015
Non ci sono più biglietti per il tour di Adele
Il concerto di Adele è l’evento dell’anno, peccato che le prevendite per le due tappe italiane all’Arena di Verona, 28 e 29 maggio, siano finite quasi prima di essere iniziate. A parte i fan iscritti al sito ufficiale, gli altri sono rimasti appesi a TicketOne e ieri, dopo tre minuti dall’apertura ufficiale, già non avevano più speranze. Sui social i delusi lasciano commenti tipo «Vogliono farci battere il record di attesa del padiglione del Giappone». Gli sforzi dei promoter per contrastare il bagarinaggio on line (limitando a quattro la quantità di biglietti acquistabile per transazione) sono serviti a poco contro gli speculatori d’assalto e già al mercato secondario non se ne trovano a meno di 250 euro, la platea arriva a costare 4000 euro, a fronte del costo ufficiale che andava dai 69 ai 115. Non stupisce se qualcuno li comprerà, date le oltre 150mila richieste per soli 22mila posti.
Le trenta date europee sono sold out, una risposta fenomenale che si aggiunge ai risultati impressionanti ottenuti dalla cantante britannica. Sarà che nella fulgida carriera ha fatto pochi live, sarà che il suo ritorno è stato a lungo annunciato, ritrattato, rinviato, e che nei quattro anni di silenzio, tanti in un mondo discografico dalla memoria corta, dove l’assenza fa rima con dimenticanza, nessuno dei cloni e surrogati ha raggiunto i suoi livelli. La ragazzina sovrappeso spuntata dal nulla e con un soul benedetto, aveva sbancato in radio, in classifica, ai Grammy, coi precedenti anagrafici 19 e 21, ma proprio all’apice del successo si era ritirata dalle scene, per sposarsi, fare la mamma.
VOCE
Si è riaffacciata con la confessionale Hello, dimagrita per tutelare la voce, dice, e il video ha battuto il record di visualizzazioni (ora a quota 600 milioni), il disco 25 è il più venduto in Regno Unito e USA (4 milioni di copie in una settimana), primo in tutti i paesi del mondo, compreso Burkina Faso. In poche ore erano virali parodie e il web aveva rimpastato la cover, che sentiremo fino alla nausea in talent e karaoke.
Sembrava impossibile che nel 2015, in piena ossessione digitale, un artista riuscisse a vendere tanto, rimescolando completamente le carte. Si è rifiutata di mettere il suo 25 sulle piattaforme di musica in streaming. Niente Spotify, Apple Music, Deezer. Il disco si può solo comprare. O ascoltare a pezzi sulle web radio Pandora e iHeart. E anche la promozione Adele la fa a modo suo, tirando fuori un’inaspettata ironia, scegliendo di fare un brano diverso in ogni tv che la ospita. La sua voce è portentosa e, anche se le soluzioni armoniche sono meno sorprendenti che in passato, infila ballate destinate a diventare classici del pop e a provocare cascate di lacrime: l’azienda di fazzoletti Tempo l’ha pubblicamente ringraziata e gli utenti non fanno che postare video in cui piangono. Si scomodano psicologi e analisti per capire questa sua forza. Si va dalla catarsi aristotelica alle ipotesi di consolazione e di empatia. Secondo alcuni studi, negli ultimi anni il pop si è rallentato e è focalizzato sulle tonalità minori, in una sorta di regolazione emotiva: si cerca la tempesta per ritrovare la quiete. Domani sera Adele sarà ospite da Fazio a Che tempo che fa e, con la band, eseguirà Hello e Rolling in the deep. Un gran bel colpo. Sarebbe stata l’ospite da sogno per il Sanremo di Conti.