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 2015  dicembre 05 Sabato calendario

Renzi vuole candidare Giachetti a sindaco di Roma

Tutto cominciò con un paio di sms: caro Roberto, che ne penseresti di candidarti a Roma? Te la sentiresti? Da allora, da quando Matteo Renzi ha fatto balenare solamente l’ipotesi, accompagnata da tanti condizionali e pochissime certezze, Roberto Giachetti non è che abbia perso il sonno, ma quasi. Non si hanno notizie di analoghi sms inviati ad altri possibili candidati, ma c’è chi giura che ne sono partiti, e magari qualcosa di più che semplici messaggini. Tanto che, quei deputati romani che con Renzi hanno parlato, hanno ricevuto dal premier segretario il viatico che «del candidato sindaco di Roma torniamo a parlarne a Natale». «Tradotto significa che il Pd in gran segreto com’è giusto che sia sta vagliando qualcuno, probabilmente più d’uno, in grado di essere competitivo per il Campidoglio, e a Natale ci sarà il nome», spiegava l’altro giorno alla Camera uno che ha partecipato a precedenti scelte di candidati. Un candidato con il panettone, in sostanza, né è certo che alla fine candidato forte sarà, a Roma c’è tutto un pregresso di arresti, brutte figure, sindaci defenestrati che rende la scelta difficile assai, qui non c’è un Sala che ha fatto l’Expo, qui c’è un Marino che è stato disarcionato e che ancora ieri, in una sezione Pd, ha annunciato che sul suo futuro «sta riflettendo».
Sono circolati, e continuano a circolare, i nomi di Morassut, Tocci, ma quello al momento più esposto è Giachetti, attuale vice presidente della Camera, un passato di radicale, poi nella Margherita rutelliana. Il suo nome era già circolato come possibile candidato di combattimento anti-grillino, ma dopo che il M5S ha mostrato di aver paura di scendere in lizza con personaggi in grado di competere («saranno degli sconosciuti», si è quasi vantato Di Battista), l’esigenza di un anti-grillino con l’elmetto è venuta un po’ meno.
«COME DIRE DI NO A MATTEO?»
«Se Renzi me lo chiede, se insiste, come faccio a dirgli di no», si è confessato con il Qn Giachetti l’altro giorno. Raccontano i bene informati che l’opzione principale renziana sarebbe di indirizzarsi verso un candidato che riesca ad assommare in sé la caratteristica politica e quella civica, «non possiamo rinunciare a esserci come partito», avrebbe detto il premier segretario, «ma neanche possiamo presentarci con un candidato targato esclusivamente Pd come se non fosse successo nulla», chiosava Walter Verini, forte di una lunga esperienza in Campidoglio ai tempi di Veltroni. Se alla fine la scelta dovesse convergere su Giachetti, la spiegazione politica sarebbe che Renzi punta su Roma principalmente per ricostruire un partito di nuovo presente e competitivo, e in quel caso meglio farlo attorno alla figura di un Giachetti piuttosto che attorno a Orfini, il commissario che ogni tanto fa balenare l’ipotesi di schierare Fabrizio Barca, ex ministro di Monti, spesso vissuto dal corpo militante come una sorta di marziano.
Il rilancio del Pd, questa volta a livello nazionale, al momento è delegato ai duemila banchetti che verranno approntati tra oggi e domani in tutta Italia. L’iniziativa militante si chiama”Italia, coraggio”, sono stati stampati un milione di volantini, i banchetti dovevano essere un migliaio ma in corso d’opera sono raddoppiati, e nelle ultime ore si è assistitito a una specie di gara competitiva a chi partecipa di più. Mobilitati soprattutto i deputati, i senatori, gli eurodeputati e i ministri, tutti presenti ai banchetti del proprio collegio, solo Maria Elena Boschi invece della Toscana sarà presente a Ercolano. «Il Pd non ha padroni né guru che ci dicono cosa fare», l’esortazione di Renzi affidata alla sua e-news settimanale. Della partita è anche la minoranza dem, che ha spostato una propria iniziativa di corrente per non mancare all’appuntamento. I banchetti come qualcosa che sostituisce le vecchie feste per il tesseramento, e una prova generale in vista del referendum costituzionale, quando banchetti, gazebo, comitati per il sì la faranno da padroni per far passare il cambiamento della Costituzione.