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 2015  dicembre 05 Sabato calendario

La notte che Lucio Dalla riscrisse “Anna e Marco”

Nella vita artistica di Lucio Dalla ci sono tre dischi fondamentali, usciti fra il 1977 e l’80, che hanno segnato in modo indelebile la sua carriera e la musica di quegli anni: Com’è profondo il mare, oltre a sancire un divorzio doloroso dal poeta Roberto Roversi, che gli aveva scritto i testi dei tre album precedenti, significò l’affermazione di Dalla come autore delle parole. Poi arrivarono Lucio Dalla e Dalla, doppietta micidiale con cui il cantautore bolognese fece il botto, entrando definitivamente nelle orecchie del pubblico.
Ora quei dischi tornano in versione rimasterizzata sotto il titolo Trilogia, corredati dal film dvd del tour «Banana Republic» e da un libro di foto e testimonianze. La presentazione del cofanetto è avvenuta nell’appartamento di Lucio in via D’Azeglio, nel cuore di Bologna, in quella che secondo i progetti della Fondazione Dalla dovrebbe diventare una casa-museo, con i suoi oggetti personali e la sua collezione d’arte. Il condizionale è obbligatorio, visto che il tempo passa ma la casa resta chiusa, mentre si continua ad attendere il via libera della soprintendenza. Si pensava pure di allestire una mostra al Maxxi di Roma, poi è saltato tutto per inghippi burocratico-organizzativi. Anche la vendita degli altri due appartamenti di Dalla nello stesso palazzo – messi all’asta più di un anno fa dagli eredi per finanziare la casa museo – resta in alto mare.
E così in via D’Azeglio per ora ci si limita ad aprire lo scrigno dei ricordi con due dei protagonisti della trilogia, il produttore Alessandro Colombini e Gaetano Curreri degli Stadio, la band che accompagnò Dalla e De Gregori nella tournée trionfale di Banana Republic: «È il film più oscuro della storia del rock, anche perché non c’erano i soldi per le luci e avevamo un solo microfono per il palco e per il pubblico, così la Rca aggiunse dei boati da stadio alla fine delle canzoni. Scrivemmo una raccomandata chiedendo di toglierli», racconta il produttore. Venne proiettato nelle sale d’essai negli Anni ’80, poi sparì dalla circolazione. Curreri ricorda che il pomeriggio della prima data, a Savona, col cielo che minacciava pioggia, Dalla si aggirava per il campo sportivo con un crocifisso: «Gesù non far piovere da noi, fai piovere da Guccini che suona qui vicino, diceva. Successe che su Guccini piovve e su di noi no…». Se poi un musicista alle prove sbagliava, «al primo errore Lucio ti guardava, al secondo ti tirava il mazzo di chiavi o il crocifisso».
Una delle canzoni più belle del repertorio di Dalla, Anna e Marco, nacque in sala di registrazione da un brano abortito: «La prima versione scritta da Lucio si chiamava Sera ed era tutta diversa, io gli dissi subito che il testo non funzionava – racconta Colombini -. Passammo lì tutta la notte da soli, ma alla fine sono venute fuori le parole di Anna e Marco».
Tre dischi filati via senza una lite, anche se un preludio di fratture future, ci fu: «Una notte Dalla discusse con Melis (direttore Rca, ndr) e cominciò a dire “ma perché faccio questo, e per chi”, aggirandosi nudo negli alloggi della casa di registrazione».