Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  dicembre 05 Sabato calendario

Istruzioni per l’uso in caso di attacco terroristico

A tre settimane dagli attentati allo Stade de France, ai ristoranti e al Bataclan, il governo ha diffuso ieri il manifesto che verrà affisso in tutti i luoghi pubblici: stazioni, aeroporti, teatri, prefetture, municipi, grandi magazzini. «Reagire in caso di attacco terroristico», è il titolo dello schema che è stato stampato in più formati, e che suggerisce ai cittadini «i comportamenti che possono salvarvi prima dell’arrivo delle forze dell’ordine».  
Il primo ministro Manuel Valls ha spiegato che «si tratta di una campagna di informazione per tutti i cittadini, che punta semplicemente, ma è già molto, a proteggersi meglio e ad avere i riflessi giusti quanto alla sicurezza e la solidarietà in caso di attacco. Dobbiamo davvero sviluppare una cultura delle azioni che salvano se stessi e gli altri». Valls si è fatto carico – da mesi – di avvisare la popolazione che il rischio di attentati è alto e costante, e dopo il 13 novembre ha continuato ad avvisare che nuovi attacchi sono possibili, anzi probabili. La nuova campagna di comunicazione è la conseguenza logica di questo atteggiamento, affinché i cittadini imparino a «convivere con il terrorismo».  
Quindi, ecco i consigli. Prima di tutto: «Scappare». Non che ci volesse il governo per farsi venire questa idea di genio, ironizzano già molti cittadini. E in effetti il manifesto può apparire come una fiera delle banalità. Ma un conto è leggere e commentare il volantino seduti in poltrona, un altro sarà – sperando che quel giorno non venga mai – ricordarsene mentre i terroristi stanno sparando.  
Così il governo indica tre semplici priorità in ordine di importanza: «Scappare»; se questo non è possibile «Nascondersi»; e infine «Dare l’allarme» obbedendo poi alle forze dell’ordine. Nel primo capitolo, si consiglia di «localizzare il pericolo in modo da allontanarsene». Poi, «se possibile aiutare altre persone a scappare». «Non esponetevi», si legge accanto al disegno di un uomo che si abbassa sotto un muretto. Infine, nel caso in cui la fuga sia riuscita, «avvisate le persone intorno a voi e dissuadetele dal penetrare nella zona di pericolo». Il secondo capitolo è quello del «Nascondersi», ed entra in gioco solo se non si è riusciti a scappare. I gesti consigliati sono in quest’ordine: 1) Chiudersi a chiave a barricarsi spostando mobili contro la porta; 2) «Spegnete la luce e togliete il volume agli apparecchi» (come computer e stereo) 3) Allontanarsi dalle finestre e stendersi al suolo; 4) Se è impossibile stendersi, rifugiarsi dietro un ostacolo solido (muro o colonna). In tutti i casi, «disattivate la suoneria e la vibrazione del vostro cellulare». Alcuni testimoni hanno raccontato che al Bataclan la gente era terrorizzata a terra e le suonerie suonavano di continuo, innervosendo i terroristi. 
Il terzo e ultimo capitolo è «Dare l’allarme, e obbedire alle forze dell’ordine»: i numeri da chiamare sono il 17 o il 112. Non bisogna correre verso la polizia e fare movimenti bruschi, ma tenere le mani in alto e aperte, come facevano – sotto gli ordini degli agenti – molti sopravvissuti del Bataclan. Si chiede poi ai cittadini di controllare dove si trovino le uscite di sicurezza ogni volta che entrano in un luogo pubblico, di non diffondere alcuna informazione sull’intervento delle forze dell’ordine, e di «non diffondere voci o informazioni non verificate su Internet e i social network». La grafica è ispirata alle consegne di sicurezza che si trovano nella tasca dei sedili sugli aerei, e vuole essere – secondo il governo – «non ansiogena». Un passo ulteriore verso la responsabilizzazione dei cittadini, ai quali si vuole offrire l’idea che si possa sempre tentare qualcosa, in ogni situazione: come togliersi le scarpe coi tacchi o prendere ossigeno dalla mascherina in caso di incidente aereo.  
«S’échapper», «Se cacher» e «Alerter» è la triade francese. Forse banale ma non del tutto, se si fa il raffronto con l’equivalente campagna del Fbi. Sempre tre parole, ma «Run», «Hide» e «Fight»: il governo americano, a differenza di quello francese, consiglia anche di affrontare il nemico.