ItaliaOggi, 4 dicembre 2015
A Carrara c’è la guerra delle mutande
A Carrara, terra di anarchici e marmo, l’hanno già battezzata la guerra delle mutande.
La giunta di centrosinistra, guidata dal socialista Angelo Zubbani, e sostenuta dal Pd e da ben due varianti della sinistra radicale, Sel e Rifondazione, ha infatti riscoperto il regolamento comunale, vecchio di 30 anni, che vieta di stendere il bucato da finestre che affaccino su strade centrali e trafficate.
Come riferito ieri dal Corriere Fiorentino, da alcuni giorni i vigili urbani, passano di casa in casa, ricordando ai proprietari l’articolo 112 del regolamento sul decoro urbano e invitano, bonariamente, a ritirare i panni stesi, informando anche che, se l’ostensione dell’abbigliamento lavato dovesse continuare, si passerebbe a vie di fatto amministrative, ossia a elevare sanzioni.
Pare che a palazzo comunale, qualcuno in giunta, si mormora lo stesso sindaco, si sia un giorno indignato all’esposizione di mutande e calzini lungo le vie del centro e, convocati i funzionari, abbia impartito l’ordine alla municipale: che andassero a intimare di ritirare l’intimo.
Le donne carraresi, sulle quali ricade maggioritariamente l’incombenza del bucato familiare, hanno protestato vivacemente. Secondo il quotidiano toscano, in molte hanno telefonato o inviato mail in comune, richiedendo polemicamente l’istallazione di pubbliche asciugatrici: salvato infatti il decoro urbano, ci sarebbe da mettere in sicurezza quello dei cittadini, che avrebbero diritto a indossare indumenti puliti.
Asciugatrici gratuite come le casine dell’acqua che molti comuni progressisti mettono gratuitamente a disposizione degli amministrati per farsi anche l’acqua gasata da soli. Solo che le macchine per asciugare i panni sono per definizione le più energivore fra gli elettrodomestici e figurarsi se un comune può provvedere.
Secondo quanto scrive il giornale, «l’amministrazione comunale si difende adducendo come motivazione l’importanza del decoro urbano, soprattutto nella parte storica della città dove, troppo spesso, manifestazioni, convegni, mostre e installazioni a cielo aperto vengono incorniciate da file di pedalini e canottiere». Insomma, il moderno centrosinistra carrarese non vuol mollare sul punto dello slip o della camicia sventolanti, seppur uscite dalla lavatrice. D’altra parte Zubbani, carrarese, classe 1953, funzionare di Asl, è al suo secondo e ultimo mandato e della popolarità fra i concittadini potrebbe infischiarsene ma, come socialista nenciniano, nel senso del viceministro delle Infrastrutture, il fiorentino Riccardo Nencini, potrebbe ambire a un posto di parlamentare in quota nuovo Psi, alle prossime elezioni.
Il suo consenso però era già stato messo alla prova, a novembre dell’anno scorso, col crollo di un argine sul torrente Carrione e l’ennesimo allagamento di una parte della città. Il sindaco fu assediato in municipio da migliaia di facinorosi e un esagitato riuscì persino a schiaffeggiarlo.
Motivo della furiosa protesta: quell’argine era stato da poco rifatto e si voleva incolpare lui, il primo cittadino, dell’eventuale mala-ristrutturazione. Nei giorni successivi oltre 2.500 persone chiesero le sue dimissioni ma Zubbani resistette. Ora però, sul suo futuro politico, grava la strana guerra delle mutande al sole.