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 2015  dicembre 04 Venerdì calendario

Un giornalista di Libero s’è fatto congelare a -170° per allungarsi un po’ la vita. Qui racconta com’è andata

C’è questo posto dove per farti stare benissimo ti congelano tipo Sofficino Findus. Giuro. Io ci sono stato. Si trova appena fuori Milano, a Verderio, che per i burocrati è già provincia di Lecco ma in realtà è a un tiro di schioppo da Arcore. Ebbene, a due passi da casa-Silvio c’è chi ti allunga la vita a colpi di azoto liquido e temperature che toccano i -170° C. Avete presente quando da bambini la mamma vi portava a bruciare la verruca sotto al piede e uno stronzo vi faceva male a colpi di azoto? Ecco, non c’entra nulla. Chi lo dice? Il sottoscritto, che per 2 minuti e mezzo è stato dentro a «un’astronave» – fuori solo la testa – e ha vestito i panni del Sofficino. Quindi dall’astronave è uscito e si è sentito bene, benissimo, al 7° cielo causa overdose di endorfine e serotonina. Come un drogato senza droga. Benvenuti alla «Cascina La Salette», un posto clamorosamente all’avanguardia eppure semplice da descrivere, così semplice che ci può riuscire anche un surgelato.
Alle ore 11 spaccate sono a Verderio Superiore, 40 minuti da Milano. In mezzo a un groviglio di strade, autostrade, fabbriche e fabbrichette spunta lei, l’imponente struttura costruita nel 1856 per volere del conte Confalonieri Strattmann. Centocinquant’anni di nebbie e rotture di balle l’hanno ridotta a rudere. Non si sa bene per quale motivo, ma le cascine finiscono sempre malissimo. Questa in particolare era così conciata che rischiava l’abbattimento, poi hanno deciso di farne il paradiso del congelamento e a suon di palanche e idee firmate Alessandro Agrati (quello dei centri «Culti») si è trasformata in una sfarzosa clinica-albergo-ristorante-centro benessere e chi più ne ha più ne metta.
All’ingresso mi accoglie il responsabile Davide Riva. Convenevoli, caffettino, giro perlustrativo e sono a colloquio col dottor Gianluca Melegati, luminare del «Galeazzi» di Milano, già medico dell’AcMilan. Lui: «Hai provato la crioterapia?». Io: «No». Lui: «Vedrai...». Mi faccio curioso come San Tommaso. E lui: «Hai provato la vasca Neologica?». Io: «No». Lui: «Vedrai...».
Spogliatoio, ciabattine, accappatoio e costumino portato da casa per l’occasione: sono pronto. Nella stanza della «crio» Riva mi «presenta» il macchinario, sorta di cilindrone metallico dotato di bombola: «L’attrezzo in sé costa “solo” 40mila euro, poi c’è l’azoto che ha prezzi elevati perché non si può conservare. La macchina serve moltissimo agli sportivi, ormai ce l’hanno quasi tutti i club più importanti, di calcio e non. Ronaldo, per dire, se l’è messo in casa, Jorge Lorenzo l’ha provata qui da noi, Ibra anche, Roberto Bolle pure». Io: «Ma a cosa serve in soldoni?». Lui: «L’effetto è anelgesico, antiinfiammatorio, attiva i muscoli, rilassa corpo e psiche, agevola il dimagrimento, stimola l’incremento delle difese immunitarie, soprattutto ritarda il processo di invecchiamento». Arrapatissimo, azzardo: «Fa ricrescere i capelli?». Lui: «Ricrescere no, ma molti clienti hanno riscontrato una rigenerazione del bulbo, banalmente i capelli sono diventati più belli». Non male, per chi ce li ha. Quindi penso: «Chissà se serve anche a riattizzare certi maschi dal “pistolino scarico”». Non oso chiedere, ma la brochure mi viene in soccorso: sì.
Deciso a vincere il premio «domanda più stupida del 2015» mi faccio serio e parto con la sequenza: «Sentirò molto freddo? Se l’azoto è a -170° dopo mi mettete a cubetti nel mojito? Posso provare anche se d’estate a Gabicce entro in mare “a pezzi” per paura del freddino?». Lui: «Percepirai un freddo “secco”, la mancanza totale di umidità rende tutto sopportabile, le mani staranno fuori e i piedi saranno protetti perché le estremità sono le uniche parti del corpo che rischiano il congelamento, l’azoto viene “sparato” a -160° ma la cute al massimo raggiunge i -5°. I rugbisti in generale sono i più resistenti, Bolle ha toccato i 4 minuti di seduta, solo i calciatori tengono fuori le braccia, ma questo perché sono delle “fighette”». Risposta alla Braveheart: «Io le terrò dentro». Si parte. Prima «sbuffata», curiosamente sento freddo, ma non del genere «esco in mutande a buttare la monnezza a capodanno», più sopportabile. Dopo 2 minuti e 30 esco, mi sento una bestia, Riva mi porta in sala attrezzi, dopo 5 minuti di ciclette sono come nuovo. Lui: «Agli sportivi serve dopo lo sforzo, oppure quando si fanno male per recuperare prima. A una persona “normale” consigliamo una seduta alla settimana». «Naturalmente dopato» degli ormoni rilasciati dal mio corpo per difendersi dal freddo, vesto i panni del difensore dei poveri: «Eh, ma questa roba se la potranno permettere solo i miliardari, perdio!». E lui: «Una seduta costa 50 euro». E io: «Si proceda alla vasca neologica!».
Cos’è la vasca neologica? Avete presente il caro vecchio elettrostimolatore delle televendite, quello che prometteva di farti venire gli addominali di Costantino Vitagliano ma poi lo usavi tu e sembravi sì Costantino, ma Della Gherardesca? Ecco, non c’entra una mazza. La «neologica» appare come una semplice vasca idromassaggio: ti immergi, appoggi la schiena su un cuscinetto che rilascia impulsi, l’addetto manovra una manopola che aumenta l’intensità dell’impulso stesso e il tuo corpo (gambe, braccia, addome o quel che devi allenare) reagisce, lavora come se fossi in palestra, mentre in realtà se vuoi ti fai pure l’idromassaggio. Dopo dieci minuti sono fuori, le gambe dure come dopo un’ora di esercizi fatti bene.
Sono soddisfatto. Ancora di ottimo umore (la seratonina...) mi faccio sfacciatissimo: «Da queste parti si mangia anche?». Riva prima mi fa vedere gli appartamenti per chi vuole soggiornare, poi mi porta al risotrante della cascina e avvisa: «Qui tutta roba sana». Penso: «Ecco la fregatura, ora miglio e gallette». E invece fettuccine, vellutate, branzini, leccornie, caffè. Mi lecco anche i baffi congelati che non ho. È tempo di tornare in città: ciao cascina, ghiaccio, corpo che frizza. Auto-interrogatorio finale mentre torno in città: mi è piaciuto? Sì. Percepisco davvero dei benefici? Porca miseria, sì. Sono più rilassato e senza stress? Sì e sì! Poi un fetente passa col rosso, gli urlo «mortacci tua!» e torna tutto come prima. Per congelare Milano ne serve di azoto...