il Fatto Quotidiano, 4 dicembre 2015
Ecco come è nata l’Immacolata Ditta Bisignani&Chaouqui
Curiosamente, lunedì scorso, fra i giornali amici accorsi in aiuto di Luigi Bisignani, indicato da monsignor Vallejo Balda come “il capo” di Francesca Chaouqui, c’è stato anche Qn, con un’intervista al pregiudicato già piduista e piquattrista. Ossia lo stesso quotidiano che il 21 ottobre ha sparato la notizia del presunto tumore al cervello di papa Francesco. Una bufala che il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, il 6 novembre a Piazzapulita su La7, ha intestato proprio a Bisignani.
L’accusa è stata ribadita sul giornale dei vescovi italiani il 10 novembre: “Qualunque immondizia venga sterilmente messa in circolo, il cammino della Chiesa procede (…). Possiamo dirlo? Ma, sì, diciamocelo: siamo semplici e siamo francescani, non ‘bisignani’”.
Nasce il legame tra “Francesca” e “Luigi”
Monsignor Lucio Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaouqui sono i protagonisti del Vatileaks atto II, al centro di un processo farsa in Vaticano contro i due giornalisti Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi, autori rispettivamente di Avarizia e Via Crucis. A un preciso punto di questa storia, tra Balda Vallejo e Chaouqui s’inserisce Bisignani. È lo stesso monsignore spagnolo dell’Opus Dei a scriverlo nel suo memoriale, come rivelato da Repubblica: “Il 12 dicembre (2014, ndr) ricevo un invito a pranzo da Luigi Bisignani.
A quell’incontro volevano farmi credere che Francesca lavorava per i servizi segreti, che il suo capo era l’ambasciatore Massolo (direttore generale del Dis, Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, ndr). Con Bisignani la Chaouqui aveva complicità e lui mi chiese di incontrare alcuni suoi sponsor”. Ecco come nasce, allora, l’Immacolata Ditta Bisignani & Chaouqui.
Dalla P2 alla P4 passando per lo Ior
Chi è dunque Bisignani? Nel 1993, i magistrati milanesi di Mani Pulite scoprono che 108 miliardi di lire del tangentone Enimont transitano in certificati del Tesoro per la banca vaticana, lo Ior. Il ruolo del faccendiere, di fede andreottiana, è centrale, da “postino” titolare di un conto Ior. Bisignani ha anche l’etichetta di piduista. A testimonianza di quell’oscuro mondo della cattomassoneria sempre attivo. Per la tangente Enimont, il faccendiere è condannato a 2 anni e 6 mesi. Quasi vent’anni dopo, l’inchiesta napoletana sulla P4 scopre il peso del faccendiere, recidivo, nel regime berlusconiano: è la “ditta” di Gianni Letta, premier ombra di B., cui Bisignani è legatissimo. In particolare, i campi da gioco di “Bisi”, che patteggia un anno e 7 mesi, sono l’Eni e il Vaticano.
Nella curia ratzingeriana la sua fortuna si chiama Marco Simeon, il trentenne prediletto del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato. Simeon ha lavorato anche con il banchiere Geronzi, altro nume di Bisignani. Poi, però, il primo Vatileaks fa saltare la rete bertoniana (il cardinale Viganò parla anche di lobby gay e cita Simeon) e il faccendiere resta senza referenti.
Come sopravvivere a Renzi e a Bergoglio
Oggi il potere di Bisignani non è più come quello di una volta. La frase di un suo vecchio amico è la sintesi perfetta di questo status: “Luigi si offre per tre lire”. Per il renzismo, il suo cavalluccio di troia è Denis Verdini. In Vaticano è la potente contessa Marisa Pinto Olori del Poggio a presentargli Chaouqui. È la stessa nobildonna amica di un altro grande cattomassone della P2, Giancarlo Elia Valori. Il rapporto tra il faccendiere e la rampante ragazza entrata nella Cosea – la commissione riformista di Bergoglio sulle finanze – comincia nel 2013 ma s’intensifica nel 2014, quando la Cosea chiude. Sui giornali amici (Libero, Tempo e Qn), Bisignani sostiene di averla incontrata sì e no un paio di volte. Ma è lo stesso marito della donna, sul Corsera, che lo smentisce: “Era una persona (Bisignani, ndr) che frequentava mia moglie”.
Veline e ipotesi su Vallejo Balda
Il momento decisivo è la primavera scorsa, quando Chaouqui litiga con Vallejo Balda. Sarebbe stata lei a dare al faccendiere la notizia sul pc violato del revisore delle finanze vaticane, Libero Milone. Ma ancora prima c’è la bufala del tumore. È Bisignani che sul Tempo prova a incolpare lo stesso Balda. Curiosamente il chirurgo giapponese implicato nell’affaire conosce benissimo Bisignani. A Bisignani, raccontano, questo papa non piace, al punto da evocare le sue dimissioni e prevedere addirittura tre pontefici in vita. A proposito di evocazioni e veleni passati: a Napoli, ancora secretati, ci sono i verbali sulla macchina del fango del caso Boffo, il direttore di Avvenire dimessosi per una condanna per molestie sessuali. Anche allora, Bisignani fu tra i protagonisti.