La Stampa, 4 dicembre 2015
La vita di Eleonora Duse in un balletto di Alessandra Ferri
Era il 1917, mancava un anno alla fine della Grande guerra, quando in una libreria di Milano gli occhi di Eleonora Duse incontrarono quelli di un soldato in licenza, Luciano Nicastro. Lei era sulla soglia dei 60 anni, lui giovanissimo, la stessa età che avrebbe avuto allora il figlio perduto della grande attrice.
Parte di lì, da quell’incontro, e dall’amore epistolare che ne seguì, il nuovo balletto che John Neumeier, il coreografo americano ma da decenni signore assoluto del Balletto di Amburgo, ha cucito per la personalità sensibile e vibratile di Alessandra Ferri. La ballerina italiana a 52 anni, dopo il ritorno sulle scene, sta percorrendo una nuova carriera tutta incentrata su personaggi creati per lei. Duse. Fantasie coreografiche ispirate a Eleonora Duse debutterà domenica ad Amburgo in prima mondiale.
Galleria di grandi nomi
Lei, Ferri, si è calata in questa nuova avventura consapevole che ogni suo nuovo passo la pone a confronto con grandi donne: «Se va avanti così – sorride – sono molto fortunata: tutti personaggi complessi. Dopo Léa di Chéri e la scrittrice Virginia Woolf, questa attrice mitica di cui John Neumeier ha deciso di non raccontare la vita cronologicamente, ma di portarne in evidenza aspetti spirituali che appartengono a molte donne».
Quindi niente «vita, morte e miracoli»: «Al contrario, questa fantasia coreografica, sulle musiche di Arvo Pärt e Benjamin Britten, è uno spettacolo senza tempo, anche se i costumi per quanto stilizzati rimandano al primo ’900. Perché nella maturità della Duse, ma anche mia, è come se tutte le cose del passato ci accompagnassero: è un tempo non lineare».
E Neumeier, in un’intervista a un giornale tedesco non ha mancato di sottolineare la straordinaria capacità della Ferri di far rivivere l’attrice in diversi momenti della sua parabola terrena, dalla giovinezza alla vecchiaia.
In scena ci sono le figure chiave che hanno accompagnato la Duse. Ferri spiega: «Nella trasfigurazione di Neumeier diventano ancora più astratti. Gabriele d’Annunzio è il Seduttore, Arrigo Boito il Mentore, il giovane Nicastro è il Soldato (sarà il danzatore Alexandr Trusch). Poi c’è l’Amica Isadora Duncan, la Rivale Sarah Bernhardt».
Alessandra si è completamente calata in questo personaggio con quella passione di artista che la caratterizza: «Mi sono ritrovata in lei per tantissimi aspetti – ammette – anche se in circostanze molto diverse c’è un’affinità profonda e sorprendente. Per il giovane Luciano prova un amore materno e spirituale, ritrova il figlio che aveva perso. Ci vede la possibilità di un amore ideale che non aveva mai trovato. Neumeier poi ha saputo mostrare la capacità della Duse di essere più vera, reale in scena che nel quotidiano, come se i personaggi si impadronissero di lei».
Poi di nuovo Giulietta
Dopo questa esperienza, nel futuro di Alessandra fra i tanti appuntamenti ce n’è uno unico: tornerà ad essere Giulietta (uno dei ruoli che l’hanno lanciata) nel balletto di Prokofiev e McMillan per una sola sera all’American Ballet Theatre. Poi, a gennaio 2017, c’è la ripresa di Woolf Works al Covent Garden che sarà filmato per l’home video.
Intanto corrono le voci secondo le quali la Scala avrebbe sondato una sua disponibilità alla direzione del ballo. Voci che lei smentisce: «Tutto inventato». Ma se le si chiede come dovrebbe essere il direttore del ballo ha le idee chiare: «Machar Vaziev, (l’attuale direttore che andrà al Bolshoi) ha lavorato bene. Ora il corpo di ballo avrebbe bisogno di un direttore con una visione che va al di là della compagnia. Il sovrintendente Pereira deve scegliere bene di chi fidarsi, ma non fare scelte per comodità».