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 2015  dicembre 04 Venerdì calendario

È morto Gianmaria Visconti di Modrone, gran signore con la passione per l’Inter

Se n’è andato un gran signore e un grande amico del calcio. L’altra notte è morto a Grazzano Visconti Gianmaria Visconti di Modrone, discendente dell’antica dinastia milanese e vedovo di Violante Caracciolo di Castagneto, scomparsa nel 2003 e sorella di Allegra Agnelli: aveva ottant’anni e soffriva da tempo di una grave malattia. Gli sopravvivono due figli, Luchino e Verde, responsabile delle pubbliche relazioni di Prada. 
La sua è stata una vita piena e ricca di passioni: le aziende di famiglia, la Carlo Erba farmaceutica e la Gi.Vi.Emme azienda produttrice di profumi e di cosmetici, la tenuta agricola di Grazzano, gli sport praticati in gioventù, boxe, nuoto a livello agonistico e automobilismo, con partecipazione a gare come la Bobbio-Penice e la Castellarquato-Vernasca. La musica, con l’appoggio dato negli anni della maturità all’Orchestra giovanile Luigi Cherubini. L’Inter, soprattutto, che con la casata dei Visconti ha in comune il simbolo del biscione e di cui il conte Gianmaria è stato dirigente (sulle orme del nonno Giuseppe che ne era stato presidente dal 1914 al 1919) prima negli Anni Sessanta dei trionfi di Helenio Herrera e poi come vicepresidente all’epoca dell’insediamento di Massimo Moratti, fra il 1995 e il 1998. Nel 2005, dopo alcuni anni da semplice supporter, era tornato nel direttivo della società con un terzo mandato. Il sito ufficiale del club lo piange come «da sempre grande tifoso nerazzurro».
Figlio di Madina Arrivabene e del duca Luigi, dunque nipote del regista Luchino Visconti che era fratello di suo padre, il «conte di Grazzano», laureato in Giurisprudenza, ha sempre mantenuto un rapporto di forte identità con il borgo del piacentino in cui ha passato la vita. Per merito suo è nata l’Agricola di Grazzano, un’azienda leader nel settore zootecnico delle bovine da latte. 
Nel commemorarlo, il sindaco di Piacenza Paolo Dosi lo ha definito «una persona che difficilmente dimenticheremo per la sua signorilità e per la sua riservatezza».