la Repubblica, 4 dicembre 2015
Attenti all’ultima Le Pen, la nipotina che punta all’Eliseo
In città nessuno sa dirci dove sia l’ufficio di Marion Maréchal-Le Pen, nipote di Marine, segretario del Front National, e nipotina di Jean-Marie, suo fondatore. Perfino al municipio, nell’ufficio del sindaco socialista Francis Adolphe, sostengono di non conoscerne l’indirizzo. Eppure Carpentras, cittadina di 30mila abitanti dal glorioso passato ed ex territorio pontificio annesso alla Francia soltanto dopo la Rivoluzione del 1789, è il suo feudo politico. Nel 2012, nel dipartimento del Vaucluse, di cui fa parte Carpentras, Marion è stata eletta deputato, diventando a 22 anni la più giovane parlamentare della storia di Francia.
Quando finalmente riusciamo a trovare la sede del suo partito, tre stanze in una stradina periferica dietro la stazione ferroviaria, veniamo accolti da una gigantografia che la ritrae sorridente in braccio al nonno. Nella foto Marion aveva 4 anni e tanti boccoli biondi. «Adesso di anni ne ha 25 ed è perciò ancora una ragazzina ma le assicuro che durante le nostre riunioni interne, nei dibattiti in tv o all’Assemblea nazionale lei tiene testa a vecchie volpi della politica, a intellettuali di ogni colore, a economisti, avvocati e giornalisti navigati. È un’autentica leader o, se preferisce, è una vera Le Pen», dice il colonnello Georges Michel, ex comandante del contingente francese in Kosovo e oggi candidato nella lista del Front National capeggiata dalla Maréchal-Le Pen per la regione PACA, acronimo che sta per Provence- Alpes-Côte d’Azur.L’ultima creatura del clan della destra xenofoba francese è dunque questa giovane donna, bella, carismatica e probabilmente anche vincente. Gli ultimi sondaggi sulle elezioni regionali di domenica prossima le attribuiscono il 42 per cento delle preferenze, mentre al suo principale avversario, Christian Estrosi, del partito di Sarkozy, il 28%. Al secondo turno, la candidata della destra radicale è data vincitrice con il 43% dei suffragi. Ora, secondo un sondaggio pubblicato ieri pomeriggio da Le Monde al primo turno il Front National arriverebbe in testa in 6 delle 12 regioni francesi.Dice la signora Gislaine, padrona del caffè “Le siècle”, che affaccia sulla splendida cattedrale Saint Siffrein di Carpentras: «Sono disgustata da quanto accade, ma è nella logica delle cose che venga eletta la Maréchal-Le Pen. E poi, se con lei le cose dovessero cambiare, perché non votarla?».Sembra farle eco la giovane Anne Bonnet, commessa in un negozio di scarpe a pochi metri da lì: «Credo che la vittoria di Marion porterà grandi novità in tutta la regione. Penso a quei musulmani che rifiutano l’assimilazione alla cultura francese e ai valori repubblicani, o peggio, che predicano la de-assimilazione, i quali saranno tutti messi in riga. Non se ne può più di vedere in giro sempre più donne velate e uomini in djellaba».È stato proprio lo scontro identitario e la lotta al multiculturalismo uno dei punti forti della campagna della Maréchal-Le Pen. Con la sua vocetta cortese e l’aria da educanda, la candidata del Front National ha sparato a zero contro i musulmani di Francia, con la stessa rabbia xenofoba e i medesimi accenti razzisti del nonno. L’ha fatto soprattutto dopo gli attacchi di venerdì 13 novembre, il che spiega l’improvvisa, prodigiosa crescita nelle intenzioni di voto: 6 punti solo nell’ultimo mese.Il discorso della giovane Le Pen è centrato sulla teoria del remplacement, ossia della progressiva sostituzione di quelli che definisce i «francesi originari» con gli islamici recentemente immigrati. In una regione tradizionalmente a destra come il PA-CA, lo spauracchio della scomparsa dei valori culturali e religiosi della madre patria funziona. Lo stesso sta facendo sua zia Marine, la quale ieri ha detto che la Francia è a rischio sharia.Davanti al municipio di Carpentras si trova la più antica sinagoga d’Oltralpe, fondata nel XIV secolo da quegli ebrei che scacciati dai re di Francia furono accolti dai Papi. Il suo anziano custode e lontano discendente di quei giudei in fuga, Freund Alain, non teme Marion Maréchal-Le Pen. «No, in quanto ebreo non mi terrorizza l’idea che governi. Lo sarei stato con suo nonno, che è visceralmente antisemita. Come cittadino francese sono invece molto preoccupato: Marion non ha un piano economico degno di questo nome, e ciò significa che i conti pubblici della regione, e dunque i cittadini, patiranno per l’incapacità della squadra del Front National».Il colonnello Georges Michel si dice certo che gli attacchi di Parigi abbiano dimostrato che il Front National aveva visto giusto. Dice l’ufficiale: «Il governo s’è accorto soltanto adesso ciò che noi sosteniamo da anni, e cioè che abbiamo un nemico in casa e che dobbiamo dunque combatterlo». Quando gli chiediamo un giudizio più personale su Marion, a lui che la frequenta quasi quotidianamente, l’ufficiale prestato alla politica perde l’aria marziale per assumerne una decisamente più paterna: «Fu Jean-Marie che la costrinse a presentarsi nel Vaucluse per lavare l’onta della profanazione del cimitero ebraico del 1990 che, si disse, fu opera di giovani del suo partito. Marion non accettò di buon grado. Poi vinse, e alla politica cominciò a prenderci gusto. È molto cattolica ed è una grande lavoratrice. Ma è il suo talento che l’ha fatta una star della politica». Il colonnello già la vede presidente della Repubblica.