Libero, 3 dicembre 2015
Altro che beneficenza, così Zuckerberg sfrutta gli sgravi fiscali
Chissà cosa dirà Max quando, raggiunta l’età della ragione, scoprirà che per celebrare la sua nascita i suoi genitori, Mark e Chan, hanno deciso di donare in beneficenza il 99 per cento della ditta di famiglia, niente meno che il 99 per cento di Facebook. Valore, dollaro più dollaro meno, 45 miliardi, tanto quanto il pil del Costa Rica. Ma non temete: la figlia dei coniugi Zuckerberg non avrà di sicuro problemi economici. Così come non li hanno avuti e non li avranno i figli di Bill e Melissa Gates, che riceveranno in eredità solo dieci milioni di dollari ciascuno, una briciola rispetto al patrimonio del fondatore di Microsoft che ha destinato le sue ricchezze alla Fondazione che, tra l’altro, sta sconfiggendo la malaria in Africa. O gli eredi di Warren Buffet, l’uomo che contende all’amico Gates la palma di uomo più ricco del mondo, che da anni si batte per reintrodurre la tassa sull’eredità già cancellata da George W Bush.
Questi esempi dimostrano che la decisione di papà Zuckerberg, tra l’altro in congedo parentale per godersi i primi giorni di vita dell’adorata Max, non è affatto un gesto isolato nella storia del capitalismo Usa, quanto una tradizione che, ai tempi della new economy, come confermano le parole di Mark e Priscilla Chan, medico laureato ad Harvard dove i due si sono conosciuti davanti alla toilette: «Come tutti i genitori – recita la letterina che un giorno Max leggerà – vogliamo che tu cresca in un mondo migliore rispetto al nostro. Faremo la nostra parte e non solo perché ti amiamo, ma perché abbiamo una responsabilità morale di fronte a tutti i bambini della prossima generazione». Un gesto davvero impegnativo, visto che la decisione non l’ha presa un ottuagenario come Buffet bensì una coppia di giovani: 31 anni il fondatore del social network più famoso e diffuso del pianeta, 30 Priscilla Chan, che di suo rinuncia al controllo di un pacchetto che vale 14 miliardi di dollari. Almeno sulla carta. Perché la donazione (o la vendita) avverrà a tappe: tre miliardi di dollaro in tre tranche di qui al 2018, per poi proseguire con modalità da definire. L’unica cosa certa è che Zuckerberg manterrà, finché vivrà, la maggioranza dei diritti di voto.
C’è da domandarsi se la bontà dei coniugi Zuckerberg non abbia motivazioni fiscali. Girando le azioni alla Chan Zuckerberg Initiative, la famiglia potrà avvalersi dei sostanziosi sconti che la legislazione americana garantisce alle donazioni (che comunque non sono esentasse). In sostanza, il genio del social network si garantisce fin d’ora un’aliquota fiscale vantaggiosa senza per questo rinunciare al controllo. E avrà ben altri modi per assicurare un futuro senza preoccupazioni economiche alla piccola Max che, vista l’indole dei due genitori (anche Priscilla, già studentessa modello è tosta, garantiscono le cronache) avrà ben altri problemi. Ma le preoccupazioni finanziarie non sembrano la prima preoccupazione di Mark, ben deciso a passare alla storia. Non a caso Zuckerberg non ha scelto di dar vita ad una fondazione come Gates, bensì ad una sorta di Srl con uno statuto molto preciso e ristretto: la Initiative si occuperà di salute, accesso ad Internet ed istruzione «per chi non sta vicino ad una buona scuola». E lo farà come vuole lui, acquistando le azioni delle società che possono tornar utili al progetto in cui meno gente ci mette becco, meglio è. Un paio d’anni fa, infatti, Mark e Priscilla hanno dovuto fare un passo indietro dal finanziamento ad una scuola privata per le proteste dei genitori, critici verso l’insegnamento a tutto Internet e connettività. Oggi si riparte, con basi più solide. Mark, anche quando fa il buono, è un duro.