Libero, 3 dicembre 2015
Rosario Crocetta ultimamente pare un filino sopra le righe
Il potere può ingenerare ebbrezza di sè e separatezza dalla realtà, chiudendo il politico in un bozzolo autoriferito. L’abbiamo messa giù complicata, ma era per dire che Rosario Crocetta, il governatore della Sicilia, ultimamente pare un filino sopra le righe. In una sola intervista (Il Fatto quotidiano di ieri) ha spiegato che il Paese è debitore economico della Sicilia, che se fallisce la Sicilia fallisce l’Italia, che il popolo lo bacia e lo abbraccia ovunque vada, che lui è l’unico vero rottamatore d’Italia e che – sirene d’ambulanza – lui potrebbe mediare con l’Isis nella crisi libica: perché conosce l’islam, ha studiato il Corano e parla arabo. Di quest’ultima cosa siamo certi anche noi, ma le battute possibili sono anche altre. Anzitutto c’è il problema della religione e del nome: uno che si chiama «Rosario» e di cognome «Crocetta» suonererebbe provocatorio, e far incazzare l’Isis sarebbe diplomaticamente sconveniente. In secondo luogo: Crocetta è omosessuale dichiarato, e risalgono a maggio le immagini in cui miliziani dell’Isis, poco ammodo, scaraventavano gli omosessuali dai tetti più alti. La terza battuta, che beninteso è solo una battuta, sarebbe: vadi, Crocetta, vadi pure. Ma la quarta non è una battuta: a offrirsi come mediatore (e con l’Isis) è l’uomo che per le sue notissime capacità di mediazione ha dovuto cambiare 40 assessori in tre anni, un record che ha fatto impallidire i primati dei predecessori Cuffaro e Lombardo. Resti, Crocetta, resti.