Il Messaggero, 3 dicembre 2015
Nel Black Friday gli americani hanno comprato quasi 200mila armi online
Il numero di persone che vuole comprare armi negli Usa cresce costantemente. Dal 2006 non si è mai verificata una flessione. Anzi, gli ultimissimi dati parlano di nuovi record. Nella giornata di venerdì 27, seguente alla Festa del Ringraziamento, c‘è stato un picco di vendite, come provano i dati federali. Nel corso di Black Friday, il “venerdì nero” tradizionalmente dedicato agli acquisti e agli sconti, sono stati richiesti all’Fbi 183.345 controlli del background degli acquirenti, secondo quel che dal 1998 detta la legge per le vendite nelle armerie. Si tratta di un aumento del 5 per cento rispetto allo stesso giorno dell’anno scorso.
Un dato significativo: dal 1998 a oggi, sono stati eseguiti 220 milioni di controli per acquisti. E ovviamente stiamo qui parlando della vendita di armi legali. Impossibile valutare quante siano state quelle sottobanco, che continuano comunque ad avvenire, in barba alle leggi federali. Negli ultimi anni, l’identità degli acquirenti di armi “ufficiali” è andata cambiando, ci sono molte donne e molti giovani che vogliono fornirsi di pistole e simili. E l’aumento maggiore delle vendite si è avuto dopo l’elezione e poi la rielezione di Obama nel 2008 e nel 2012. Secondo l’esperto Robert Spitzer, queste vanno definite “political sales”, cioé vendite dettate da motivi politici: «Comprare un fucile Ak-47 – spiega Spitzer – è diventato un modo di esprimere la propria opposizione al presidente, è una dichiarazione politica».
Leggi più severe
Obama ha molte volte espresso la propria convinzione che gli Usa dovrebbero adottare leggi molto più severe sulla vendita di armi. Ma non è riuscito a ottenere il sostegno del Congresso, neanche dopo il massacro di Sandy Hook, quando nel dicembre del 2012 furono massacrati 20 bambini di una scuola elementare e sei dei loro maestri.
Donald Trump
Nel record di vendite dello scorso venerdì, dicono alcuni osservatori, potrebbe però avere avuto un ruolo anche il massacro terroristico di Parigi. Per quanto strano possa apparire a noi europei, gli americani si sono convinti che la migliore difesa contro le armi, sia averne di più. Il principale candidato alla presidenza per il partito repubblicano, Donald Trump, ha detto ad esempio che forse se le vittime di Parigi fossero state armate, si sarebbero potute difendere. E lo ripete a ogni sparatoria: lo ha detto anche quando pochi giorni fa c’è stata una sparatoria contro la clinica del controllo delle nascite di Colorado Springs, che ha lasciato tre morti, uno dei quali un veterano della guerra in Iraq: «Se avesse avuto le sue armi avrebbe potuto fermare l’assalitore» ha ribadito Trump.
I sondaggi e le lobby
L’opinione pubblica in realtà sarebbe a favore di maggiori controlli, il 50 per cento li vorrebbe, e il 47 per cento no, secondo un sondaggio dello scorso luglio. Tuttavia la lobby delle armi è talmente potente e ricca che può decidere dell’elezione o della sconfitta di deputati e senatori, almeno di certi Stati più entusiasti delle armi, come il Kentucky, il Montana, l’Arkansas.