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 2015  dicembre 03 Giovedì calendario

Il fratello di Valentino correrà in Moto 2

L’altezza, i capelli biondi e gli occhi azzurri sono il marchio di fabbrica, i punti in comune tra Valentino Rossi e Luca Marini, cognomi diversi ma stesso Dna grazie a mamma Stefania. Il prossimo anno si troveranno ogni domenica sulla stessa pista, il primo in MotoGp, il secondo in Moto2 dopo l’accordo siglato per correre con il team Forward.
Luca, debutterà nel Mondiale: quali sono le sensazioni?
«Per ora l’inizio mi sembra ancora lontano e mi sento tranquillo. Ho realizzato il sogno di qualunque pilota, il prossimo obiettivo è continuare a migliorare».
Sarà in Moto2 saltando la Moto3, perché questa scelta?
«Non ne ero convinto all’inizio, ma la mia altezza era uno svantaggio in Moto3 e alla fine mio fratello mi ha convinto a passare alla categoria superiore».
Anche lei se la dovrà vedere con un Marquez, Alex…
«È una cosa bella questa sorta di “pareggio” tra fratelli, ma ci vorrà del tempo prima di arrivare al suo livello».
Perché ha scelto di diventare un pilota?
«È stato facile appassionarmi al motociclismo, tutta la mia famiglia, da mio padre, a mia madre, a mio fratello, lo era. Fin da piccolo sono andato a vedere le gare».
Essere il fratello di Valentino Rossi non mai è stato un problema?
«Ci sono vantaggi e svantaggi, ma credo che i primi superino i secondi. Bisogna separare le due cose, ma penso che non avrei potuto chiedere niente di meglio».
Qualcuno le avrà fatto notare che alla sua età, 18 anni, Valentino aveva già vinto un titolo in 125…
«Sono io il primo a fare confronti, non solo con mio fratello ma con tutti gli altri piloti. È utile perché permette di migliorarsi, certi commenti non mi condizionano».
Che fratello è Valentino?
«Il nostro era un rapporto atipico quando ero più piccolo, anche perché abbiamo 18 anni di differenza. Ci vedevamo poco, ma negli ultimi tempi ci stiamo frequentando sempre di più, anche per via della VR46 Academy».
La scuola che ha fondato Rossi... Le piace come maestro?
«Molto, perché con Vale si può parlare di tutto e non solo di moto. Lui è molto disponibile e dà consigli a tutti, non usa molte parole ma sa essere davvero incisivo».
Come si fa ad allenarsi con altri piloti e poi considerarli rivali in gara?
«C’è chi ci riesce meglio di me, io sono tendenzialmente un buono. Se devo sorpassare un mio amico, preferisco una manovra pulita a una aggressiva. Però quello portato avanti nell’Academy è un lavoro utile e bello».
Ora che è nel Mondiale il suo atteggiamento è cambiato?
«Per me correre non è un lavoro, o forse è il più bello del mondo. Non vado in moto per guadagnare, lo faccio solo per passione».
Mamma Stefania dovrà preoccuparsi per due piloti…
«All’inizio era un po’ tesa per questo motivo, ma si è abituata. Adesso è molto contenta di questa situazione».
Non pensa di poter affrontare un giorno suo fratello in MotoGp?
«È abbastanza difficile che succeda. Le possibilità sono due: o io andrò molto veloce o Vale deciderà di continuare ancora a lungo. Potremmo impegnarci entrambi per incontrarci a metà strada (ride)».