la Repubblica, 3 dicembre 2015
Michele Serra contro quelli del Foglio. «Funziona così: se dici a uno che ti sputa in faccia “per favore la smetta”, significa che stai cercando di fargli pesare la tua presunta superiorità etica»
Ma che palle sentirsi accusare di “superiorità etica” ogni volta che uno si permette di far notare che urlare “fuori gli arabi!” davanti a una scuola elementare non è la maniera più intelligente per “difendere l’identità nazionale”. Come se fosse la puzza sotto il naso a farci biasimare il razzismo, l’ignoranza, l’isterismo aggressivo. Così ritiene il “Foglio”, che mi sgrida in una di quelle sue anonime paternali nelle quali corregge le bozze all’universo mondo, con l’asfissiante petulanza di chi dà sulla voce a chiunque dica qualcosa che sfugge al presepe bellico allestito dalla destra cristiano-rinata, con tutte le statuine al loro posto: e chi rifiuta di farne parte è un cacasotto. È la famosa guerra di civiltà, così malamente rappresentata dalla penosa gazzarra di Rozzano, dal bullismo di difensores fidei che manco ci vanno, in chiesa, e sai quanto gliene frega del sacro, ma non vedono l’ora di mettere le mani addosso ai “bastardi islamici” (titolo paradigmatico di “Libero” che merita di non essere dimenticato per i prossimi cento anni). Ma no, non è lecito dire che è un livello troppo basso, quello, per difendere il presepe. Presepe che mi piace e che difendo, nonostante il titolo (pirla) del “Foglio” dica il contrario. Ma ormai funziona così: o sei baciapile oppure iconoclasta, o sei un re magio o un jihadista, non c’è via di scampo, e se dici a uno che ti sputa in faccia “per favore la smetta”, significa che stai cercando di fargli pesare la tua presunta superiorità etica.