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 2015  dicembre 03 Giovedì calendario

Scalfari non smetterà di scrivere per Repubblica

«Anche io avrei scelto Mario Calabresi come direttore di Repubblica». È lo stesso Scalfari ad annunciarlo, intervistato da “Otto e mezzo”, smentendo le voci secondo cui non avrebbe più scritto sul giornale di cui è fondatore. «Continuerò a scrivere di domenica – dice durante la trasmissione tv – E probabilmente avrei dato all’ingegnere De Benedetti proprio il nome di Calabresi come nuovo direttore».
Scalfari spiega perchè ha deciso di continuare il suo impegno domenicale. «All’inizio avevo chiesto di scrivere senza una data fissa, ma quando ne avevo voglia. E questo perché una rubrica fissa richiede un grande lavoro di preparazione, la lettura di un gran numero di giornali ed è faticoso. Poi – aggiunge – è venuto Calabresi a trovarmi a casa e mi ha chiesto di continuare con la rubrica domenicale per una serie di ragioni. Tra queste, mi ha detto: “Quello che scrivi serve anche a me per entrare definitivamente dentro l’atmosfera di Repubblica”. E poi mi ha detto che priverei il paese di una voce importante. Allora ho accettato e continuerò a scrivere di domenica».
Scalfari affronta anche la questione della scelta del nuovo direttore: «Io ho avuto un minimo di delusione, di fastidio – è la premessa – per il fatto che l’ingegner De Benedetti, con il quale siamo amici da 50 anni, non mi abbia consultato prima di decidere. Ma me lo abbia comunicato quando il cda aveva già deciso. Visto il grande affetto reciproco, pensavo mi consultasse, e probabilmente gli avrei dato proprio il nome di colui che sarà il direttore, ossia Mario Calabresi. Dopodiché De Benedetti mi è venuto a trovare a casa e mi ha chiesto scusa». Quanto a Renzi, dice che è «un venditore del proprio prodotto, molto più bravo di Berlusconi. Convince la gente, in questo senso è il suo figlio buono. È un bene per lui, per il suo partito e il suo governo, ma non è detto che lo sia per la gente». Per poi aggiungere: «Renzi comanda questo Paese con una ventina di persone. Mi sembrava un vero difetto, ma in realtà ho corretto il giudizio perché in tutti i Paesi Occidentali c’è un capo che comanda da solo. Non è questo il guaio. Piuttosto, c’è bisogno di contropoteri istituzionali, come la Consulta». E alla domanda se Repubblica diventerà “meno politica e più governativa”, Scalfari replica: «Non credo che sia depoliticizzabile. L’importante è che il direttore regga il manico. Le piume del ventaglio possono essere poco aperte, aperte, molto aperte o apertissime: purché ci sia uno che lo regga».