Corriere della Sera, 3 dicembre 2015
Il prezzo di Cristiano Ronaldo è 400 milioni di euro
Ogni cosa ha un prezzo, compreso Cristiano Ronaldo. E la novità vera è che ci sono due club che quel prezzo (400 milioni di euro) sono disposti a pagarlo. Anzi: non vedono l’ora. Le grandi manovre del calcio che conta sono iniziate da tempo. Al centro ci sono il Paris Saint Germain e soprattutto il Manchester City, due club che vivono in una dimensione diversa rispetto a tutti gli altri potendo disporre dei quattrini del Qatar e di Abu Dhabi. Sono le superpotenze del pallone e contro di loro non si può combattere, al massimo resistere per un paio d’anni fino all’inevitabile sì.
Alle offerte di Mansour bin Zayed ha detto sì Pep Guardiola e il segreto di Pulcinella sarà svelato entro un paio di settimane (il 19 dicembre per l’esattezza). Guardiola lascerà il Bayern Monaco (a Carlo Ancelotti) per andare a costruire un nuovo Barcellona 400 chilometri a nord di Londra in cambio di 10 milioni di stipendio l’anno e con la possibilità di comprare chiunque. Da Ronaldo e Leo Messi in giù.
Messi sarebbe in effetti il primo della lista di Guardiola, ma la Pulce non sembra avere fretta di lasciare la Catalogna. Chi invece qualcosa più di una mezza idea di lasciare Madrid la sta coltivando da un paio di mesi è Ronaldo. Il suo rapporto con la tifoseria del Real è ondivago: idolatrato quando tutto va bene, fischiato se per disgrazia gioca un paio di partite senza segnare. Il suo rapporto con Rafa Benitez, il tecnico voluto per oscuri motivi da Florentino Perez, tende allo zero.
I due non si amano, o comunque Ronaldo non ama Benitez. Dopo lo 0-4 subito al Bernabeu dal Barcellona, il portoghese avrebbe detto: o io o lui. E se sulla frase in questione mancano certezze, sul fatto che il portoghese non abbia in simpatia Benitez ce ne sono anche troppe. Perez potrebbe risolvere la faccenda cambiando allenatore, ma Ronaldo, che ha già ricevuto proposte al limite dell’indecenza dal Psg, sembra questa volta più deciso del solito a cambiare aria. In fondo ha 30 anni, e se pensa di cambiare squadra, la prossima estate rischia di essere l’ultima occasione per cambiare alla grandissima.
Il City è il favorito nella corsa al fenomeno (lo vorrebbe anche il Manchester United, che in un’eventuale asta finirebbe però battuto dai club finanziati dagli emiri) per una ragione semplicissima: può spendere quello che vuole e può aggiungere altri giocatori importanti al portoghese (Paul Pogba, per esempio, che martedì è stato avvistato a Manchester). Il club che Mansour acquistò nel 2008 per 340 milioni di euro oggi vale 2,83 miliardi, è in attivo (fonte Financial Times ), e giusto l’altro ieri ha incassato 376 milioni da investitori cinesi in cambio del 13 per cento delle azioni. Sull’ultimo mercato il City ha speso 200 milioni e secondo i calcoli dei giornali inglesi i 75 milioni versati al Wolfsburg per Kevin De Bruyne hanno inciso sul patrimonio personale di Mansour quanto una pizza sul reddito annuale di un impiegato medio del Regno Unito.
Ronaldo sarebbe l’ennesimo sfizio per Mansour che finora ha vinto due campionati (con Mancini e lo scorso anno con Pellegrini), tre coppe, compresa la più preziosa, la Coppa d’Inghilterra, ma ha collezionato solo delusioni in Europa. La Champions è il vero obiettivo del presidente della First Gulf Bank e di un’altra decina di istituzioni economico-politiche. E Ronaldo, che in Champions ha segnato 78 gol (record, davanti a Messi a quota 77) e 12 nel 2015 (anno solare, altro record) può essere l’uomo giusto.
Basta mettere sul piatto poco meno di 400 milioni: 130 per il Real (al quale Ronaldo è legato fino al 30 giugno 2018), e 260 (lordi) al giocatore per un quinquennale da 26 netti a stagione. Se Ronaldo dirà sì, il suo trasferimento diventerà l’operazione record nella storia del calcio, ma i record per Mansour esistono per essere battuti. Appena acquistato il City stabilì il nuovo primato per il calcio britannico spendendo 46 milioni per Robinho. Altri tempi, altri prezzi. Soprattutto altri giocatori.