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 2015  dicembre 02 Mercoledì calendario

Dalla C1 alla vetta della A, la lunga scalata di De Laurentiis

Estate 2004, c’è un nome che riempie le pagine dei giornali. La città vive momenti di apprensione, il Napoli è fallito, c’è il rischio che il calcio scompaia, che la nuova società da costituire debba ripartire dai dilettanti. Un affronto, insomma, che i napoletani non vogliono accettare. Aurelio De Laurentiis è il nome nuovo. Di lui si sa che è un produttore cinematografico, nipote del più famoso Dino, che già qualche anno prima aveva provato, vanamente, a prendere il Napoli da Ferlaino. Il 10 settembre rileva dalla Fallimentare il ramo d’azienda riguardante l’attività sportiva, per 29,5 milioni di euro, versando poi altri 6,7 milioni per i diritti dei calciatori. Comincia così la storia del Napoli Soccer iscritto al campionato di C1, attuale Lega Pro.
L’ERA MARINO Al fianco di De Laurentiis, nel giorno della presentazione, c’è Pier Paolo Marino, il dirigente che nei 5 anni successivi costruirà un piccolo impero. In panchina c’è Gianpiero Ventura. Mancano i palloni, gli indumenti d’allenamento, un campo per poter lavorare. Insomma, il coraggio di Marino va oltre la razionalità. Ventura durerà pochi mesi, fatti di risultati alterni: il Napoli deve vincere, non può aspettare nessuno. Da queste parti allora sbarca un altro tecnico di esperienza: Edy Reja. Nonostante il cambiamento, la squadra raggiunge la finale dei play off, ma viene sconfitta nel doppio confronto dall’Avellino.
DOPPIO SALTO In due stagioni, Reja vince il campionato di Serie C e di B. Nel 2007 il Napoli ritorna in A. In quell’estate, Marino assicurerà al club 3 giocatori: Lavezzi, Gargano e Hamsik. A fine stagione si intravede pure l’Europa, con la partecipazione all’Intertoto, ma il Benfica spegne il sogno nel preliminare. Il rapporto tra Reja e De Laurentiis va deteriorandosi, così a marzo 2009, dopo 5 anni e 188 panchine, il tecnico viene esonerato. Al suo posto Donadoni. Un’esperienza che non convince il presidente che all’inizio della nuova stagione esonera pure lui.
L’ERA MAZZARRI Col nuovo allenatore arriva la Champions, l’ultima volta era ancora coppa Campioni, nel ’90. Questo Napoli ha Cavani, Lavezzi, Hamsik, il San Paolo ritrova il grande calcio. L’avventura si conclude agli ottavi (sconfitta con il Chelsea). Il club cresce (intanto con Mazzarri vince la Coppa Italia), il bilancio è florido, con le cessioni di Cavani e Lavezzi, in due anni, De Laurentiis fa plusvalenze per circa 70 milioni di euro, 40 dei quali verranno poi investiti per portare a Napoli un altro attaccante di livello: Gonzalo Higuain.
ECCO BENITEZ Col lui sbarca a Napoli il clan degli spagnoli: Reina, Callejon, Albiol e il Pipita che è argentino ma arriva dal Real Madrid. Con Benitez il feeling non c’è: chiede strutture, investimenti sul mercato ma intanto i risultati non soddisfano nonostante una Coppa Italia e una Supercoppa italiana. Il divorzio è nell’aria. A maggio scorso, fallita la zona Champions, Benitez va al Real. E a Napoli, arriva Sarri. Intorno a lui c’è poco entusiasmo: dove può arrivare il Napoli con un o che ha fatto un solo anno di A all’Empoli? Al primo posto, no?