La Gazzetta dello Sport, 2 dicembre 2015
È un buon momento per il calcio italiano, dice Arrigo Sacchi
Il calcio italiano sta vivendo uno dei migliori momenti della sua storia recente. Finalmente si è usciti da una dittatura tattica che prevedeva confronti diretti in cui la differenza era determinata dalle qualità individuali. È finito il tempo in cui il sistema di gioco era il medesimo dai dilettanti alla Serie A. C’è stato anche un tentativo di giocare a zona, ma avendo sempre come riferimento difensivo l’avversario e non prima il pallone e i compagni. Oggi il nostro campionato è piu variegato, sono poche le squadre che giocano in trasferta solo per difendersi, è cresciuta la personalità, non ci si affida solo al singolo: l’idea di gioco è diventata per alcune il vero leader che illumina e scaccia le paure.
Bella la partita tra Sassuolo e Fiorentina, due squadre che si sono affrontate convinte del proprio gioco, interpretando il calcio in modo positivo e creativo: al comando c’è la fiducia e l’organizzazione che esalta tutti. Lo spettacolo è garantito, la personalità e l’autostima crescono e aiutano la bellezza e le soluzioni individuali. Il pubblico coinvolto in incontri così brillanti dimentica la violenza e vive 90 minuti di felicità e divertimento. Complimenti a Di Francesco e Sousa, le società e i giocatori, che ci permettono di uscire dalla nostra ortodossia. In ogni caso è un fenomeno che piano piano coinvolge molti team e serve ad evitare la noia, il pressappochismo e la prudenza eccessiva. Altro spettacolo, anche se diverso, si è verificato nell’incontro più atteso tra Napoli e Inter. Due modi differenti di interpretare il calcio ma entrambi sviluppati ai massimi livelli. Il Napoli di Sarri è un grande collettivo che genera benefici innegabili per i singoli: mai Higuain si era espresso a questi livelli, oggi è un grande campione. E cosa dire della crescita dei vari Allan, Koulibaly, e dello stesso Albiol, tutti usciti da un campionato scorso con più ombre che luci. In un contesto guidato da un’organizzazione di gioco così evoluta anche i giovani Hysaj, Jorginho e Insigne (che però può dare ancora di più) si stanno realizzando, come succede al recuperato Hamsik, a cui mancano solo i gol (muovendosi maggiormente senza palla li ritroverà).
Maurizio è l’ideatore e l’organizzatore di questo fenomeno, è bravissimo ma non chiedetegli l’impossibile. Ora a Napoli si sogna, ma solo un’impresa straordinaria gli consentirà di realizzarla. Purtroppo ha una rosa per quantità ed esperienza non paragonabile a Inter, Roma, Juve e Milan. Poi gli impegni di Europa League tolgono energie, punti e possono creare infortuni: non è un caso il calo del Napoli e della Fiorentina di lunedì sera. Gli azzurri, quando la partita sembrava ormai vinta, hanno abbassato la guardia. La paura ha disunito l’organizzazione degli uomini di Sarri, che si accontentavano di un possesso impalpabile e allentavano il pressing. Il Napoli per vincere non potrà mai prescindere dall’organizzazione e dalla velocità, pertanto sarà sempre costretto a giocare bene, perché ha un solo giocatore che può essere decisivo.
Mancini, che è un tattico di grande livello, aveva impostato la gara a specchio dei rivali, confidando nella maggiore forza, esperienza, qualità dei suoi uomini. Che in 10 contro 11 hanno evidenziato tutto il potenziale: personalità, carattere, abilità, forza, esperienza a conferma del buon lavoro del tecnico e della volontà dei singoli. I nerazzurri possono vincere in tanti modi, mentre Napoli e Fiorentina solo giocando meglio dell’avversario. L’Inter, pur perdendo, ha dimostrato un grande valore caratteriale e tecnico e una potenzialità enorme: con un po’ di fortuna in più avrebbe pareggiato, anche se il calcio più fluido lo aveva giocato il Napoli nel primo tempo. Per storia, qualità e quantità della rosa, e anche per non aver impegni infrasettimanali, credo che Napoli e Fiorentina dovranno compiere un vero capolavoro se vorranno precedere i nerazzurri. Inoltre dovranno anche fare attenzione al ritorno della Juve di Allegri, che si colloca per idee di gioco a metà strada tra il duo Napoli-Fiorentina e gli uomini di Mancini. Ci attente un campionato incerto ed emozionante, spero che sia realmente così.